19 Aprile 2025
/ 17.04.2025

Mobili, vestiti, materassi: arriva il piano Ue sull’ecodesign per renderli più riparabili

Il nuovo piano Ue sull’ecodesign è un passo chiave per promuovere prodotti che durino di più e che siano più facilmente riparabili

La Commissione Europea ha adottato il nuovo piano di lavoro 2025-2030 per l’ecodesign e l’etichettatura energetica, un passo chiave per promuovere prodotti sostenibili, ridurre l’impatto ambientale e rafforzare la competitività dell’industria europea. Il documento individua le categorie di prodotti su cui si concentreranno le nuove regole nei prossimi cinque anni, puntando su sostenibilità, efficienza energetica, durabilità e maggiore trasparenza informativa.

Il piano si fonda sul Regolamento Ecodesign per Prodotti Sostenibili (ESPR), adottato nel 2024, che amplia in modo significativo il campo d’azione rispetto alle precedenti normative, includendo non solo gli aspetti energetici, ma anche quelli ambientali e circolari. L’obiettivo è costruire un mercato unico di prodotti sostenibili, accessibili e ad alte prestazioni, grazie a requisiti armonizzati validi in tutti gli Stati membri.

Priorità 2025-2030

Tra i prodotti “finali” su cui si concentreranno le nuove misure ci sono tessili e abbigliamento, mobili (inclusi i materassi) e pneumatici. La Commissione punta a prolungarne la durata, migliorarne l’efficienza nell’uso delle risorse, aumentarne la riparabilità e ridurne l’impatto ambientale. I tessili, per esempio, saranno al centro di nuove regole già nel 2027, con una stretta collaborazione con la riforma in corso del regolamento sull’etichettatura tessile.

A questi si affiancano prodotti “intermedi”, come ferro, acciaio e alluminio, fondamentali per le filiere produttive e con un potenziale elevato di decarbonizzazione. Per questi materiali saranno introdotte regole che incentivano l’uso di materie prime seconde e la tracciabilità ambientale lungo tutta la catena del valore. Le nuove norme dovrebbero entrare in vigore tra il 2026 e il 2027.

Riparabilità e contenuto riciclato

Oltre alle misure per categorie specifiche, il piano introduce due strumenti trasversali. Il primo riguarda la riparabilità: verranno definiti punteggi standard per aiutare i consumatori a capire quanto sia facile riparare un prodotto, e saranno incentivati design che favoriscano la manutenzione. Il secondo introduce nuovi criteri minimi per contenuto riciclato e riciclabilità dei dispositivi elettronici, come smartphone e tablet.

Questi strumenti si affiancheranno a un sistema innovativo di passaporto digitale del prodotto, che fornirà informazioni dettagliate su materiali, impatti ambientali, istruzioni di riparazione e smaltimento, garantendo tracciabilità e trasparenza.

Etichette chiare e criteri per gli appalti pubblici

L’informazione ai consumatori è un altro pilastro del piano: accanto all’attuale etichetta energetica, verranno introdotte nuove etichette facoltative per promuovere prodotti più durevoli e con minore impatto ambientale. Anche le amministrazioni pubbliche saranno chiamate a fare la loro parte: per alcuni prodotti, la Commissione potrà fissare criteri minimi di sostenibilità da rispettare negli appalti, stimolando così la creazione di “mercati guida” per prodotti green.

Coinvolgimento delle imprese 

Grande attenzione è dedicata alle piccole e medie imprese, che riceveranno supporto tecnico per adeguarsi ai nuovi standard, evitando oneri eccessivi. Parallelamente, sarà rafforzata la sorveglianza del mercato, fondamentale per garantire che le nuove regole siano rispettate, anche nel commercio online e nei prodotti importati.

Secondo le stime della Commissione, l’attuazione del piano potrebbe contribuire a tagliare il 31% delle emissioni legate ai consumi europei, promuovendo al contempo l’innovazione industriale e la sicurezza economica dell’UE.

In sintesi, il piano 2025-2030 segna un passaggio cruciale verso un’economia più circolare e a basse emissioni, con prodotti pensati per durare più a lungo, essere più trasparenti e meno impattanti. Un’occasione, sottolinea Bruxelles, non solo per il clima ma anche per la competitività europea.

CONDIVIDI

Continua a leggere