3 Luglio 2025
/ 2.07.2025

Radicofani scommette sulle api per rilanciarsi

Al via "L’Officina delle Api", progetto formativo per salvare gli impollinatori e dare nuova vita ai borghi

C’è chi per attrarre l’attenzione punta su eventi spettacolari o attrazioni da social, e chi invece sceglie un’alleata silenziosa e operosa: le api. A Radicofani, nel cuore della Val d’Orcia, il Comune ha lanciato un’iniziativa originale: corsi gratuiti per diventare apicoltori, aperti a chiunque voglia mettersi in gioco per imparare un mestiere tanto antico quanto attuale.

Il progetto si chiama “L’Officina delle Api” ed è una vera e propria scuola di apicoltura a costo zero, pensata per formare nuovi professionisti, rilanciare il territorio e contribuire alla tutela ambientale. Per partecipare basta rispondere all’appello lanciato sui canali social del Comune entro metà settembre. I corsi partiranno in autunno e saranno tenuti da esperti dell’Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani, con lezioni teoriche e pratiche rivolte anche a chi parte da zero.

Non solo miele: un’azione contro la crisi ecologica

Dietro questa proposta c’è la consapevolezza di una crisi globale che spesso passa sotto silenzio: la moria delle api. Solo in Italia, secondo i dati raccolti dal settore, più del 40% degli alveari è andato perso negli ultimi vent’anni. Colpa dei cambiamenti climatici, dell’uso indiscriminato di pesticidi e della concorrenza del miele importato da Paesi extra UE, spesso venduto a prezzi stracciati e con scarsa tracciabilità.

Questa crisi ha un impatto diretto anche sulla sicurezza alimentare: il 75% delle coltivazioni mondiali dipende in qualche misura dall’impollinazione. Il valore economico di questo servizio “invisibile” fornito dalle api supera i 260 miliardi di euro ogni anno. Senza di loro, molte delle colture su cui si basa la nostra dieta semplicemente non esisterebbero.

Un borgo con la vocazione per la cura

“Abbiamo scelto di puntare sulle api perché rappresentano una chiave di accesso a un futuro più sostenibile”, spiega il sindaco di Radicofani, Francesco Fabbrizzi. “Difendere le api significa tutelare l’ambiente, l’agricoltura, la biodiversità, ma anche creare nuove opportunità di lavoro e rafforzare l’identità di un territorio unico”.

Radicofani ha alle spalle una storia secolare legata alla cura e all’accoglienza: lungo la Via Francigena, era un punto di sosta per i pellegrini e ospitava ben cinque “ospitali”. Anche oggi, l’idea è quella di trasformare questo borgo in un luogo capace di prendersi cura: delle persone, della natura e delle tradizioni.

Nel progetto rientra anche l’assegnazione di spazi nella zona artigianale del Comune per ospitare nuovi apicoltori, oltre a un vademecum pensato per sensibilizzare popolazione e visitatori su azioni semplici ma efficaci per salvaguardare le api: piantare fiori autoctoni, ridurre l’uso di pesticidi, segnalare nidi in difficoltà.

PNRR e futuro dei piccoli borghi

“L’Officina delle Api” è parte di un progetto più ampio di rigenerazione culturale e sociale, finanziato con fondi del PNRR (Missione 1, Componente 3 – Turismo e Cultura 4.0). L’obiettivo è rendere i piccoli centri italiani più attrattivi, vivi e sostenibili. Non solo come mete turistiche, ma come veri e propri laboratori di innovazione territoriale.

La speranza è che l’iniziativa possa anche innescare un ritorno alla terra e al lavoro manuale qualificato, soprattutto tra i giovani. In un momento storico in cui molte aree interne soffrono lo spopolamento e la perdita di identità, Radicofani prova a invertire la tendenza con un gesto semplice ma potente: prendersi cura delle api. E con loro, di tutto il resto.

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