7 Luglio 2025
/ 7.07.2025

Enea, 25 soluzioni green contro il caldo

Un progetto Enea che ha Roma come laboratorio per dimostrare che il caldo può essere mitigato

Quando in città l’asfalto scotta anche di notte e l’aria sembra intrappolata tra muri e vetrine, siamo nel pieno di un fenomeno noto come “isola di calore urbana”. Un problema concreto che rende le città più calde di diversi gradi rispetto alle campagne circostanti, soprattutto nelle ore serali e notturne. Le superfici artificiali assorbono calore durante il giorno e lo rilasciano lentamente, impedendo un reale raffrescamento notturno. A farne le spese sono gli abitanti, in particolare i più vulnerabili: anziani, malati cronici, persone che vivono in case surriscaldate o senza condizionatori. Il cambiamento climatico aggrava il fenomeno, ma anche le scelte urbanistiche hanno la loro parte. Ed è proprio da qui che si può intervenire.

Un progetto europeo

ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, ha presentato un pacchetto di 25 soluzioni ispirate alla natura per contrastare le isole di calore nelle aree urbane. Si tratta del frutto di un progetto europeo portato avanti insieme all’Università Roma Tre, all’Ecologic Institute di Berlino e alla società PwC Italia. Il banco di prova scelto è Roma, in particolare due zone emblematiche della Capitale: il Municipio I, che comprende il centro storico con il suo carico di turisti e monumenti, e il Municipio V, una vasta area del quadrante est ricca di popolazione ma povera di verde. In entrambi i casi, il caldo estremo è diventato un problema strutturale, e non solo stagionale.

L’idea è costruire una cassetta degli attrezzi concreta, replicabile, pensata per città vere, con i loro vincoli e le loro complessità. Con un approccio “Nature-based Solutions”, interventi che si ispirano alla natura per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Verde urbano, acqua, permeabilità del suolo, gestione intelligente degli spazi pubblici: ogni proposta è pensata per integrare estetica, funzionalità e impatto ambientale.

Dalla teoria alla città

Il cuore del progetto è un insieme articolato di misure che vanno dalle grandi alberature stradali ai microgiardini urbani, passando per tetti verdi, pareti vegetate, tramvie con erba tra i binari, pensiline degli autobus ombreggiate da rampicanti, parcheggi trasformati in aree drenanti e spazi di socialità come orti condivisi e pergolati. Ogni soluzione è accompagnata da indicazioni operative, costi, vantaggi ambientali, potenziale occupazionale e modalità di manutenzione. L’obiettivo non è solo piantare alberi, ma farlo nel modo giusto: scegliere specie autoctone, resistenti, poco allergeniche e adatte al contesto urbano. Piantare non basta, serve una strategia.

Alcune idee puntano ad aumentare la copertura arborea su larga scala, come le foreste urbane e i parchi lineari, altre si concentrano sulla trasformazione di singoli elementi urbani. Un tetto può diventare una prateria sospesa, un’aiuola può ospitare un sistema di raccolta dell’acqua piovana, una fermata del tram può raffrescare l’attesa con l’ombra di un glicine. In tutte le soluzioni proposte, il principio guida è duplice: da un lato raffrescare l’ambiente, dall’altro migliorare la vivibilità complessiva, creando spazi più accoglienti, sicuri e belli.

Un ruolo centrale è riservato all’acqua. I giardini della pioggia, ad esempio, sono spazi verdi progettati per raccogliere e filtrare le acque meteoriche, riducendo il rischio di allagamenti e abbattendo la temperatura. Anche il suolo torna protagonista: renderlo permeabile, lasciarlo respirare, significa ridurre l’effetto caldaia che oggi caratterizza gran parte delle superfici urbane.

Nature-based Solutions 

Quello che ENEA propone non è solo un piano ambientale, ma una visione integrata che lega clima, salute pubblica, inclusione sociale e occupazione. Le Nature-based Solutions possono generare nuove competenze e opportunità professionali: dalla progettazione del verde alla sua cura, dalla manutenzione di strutture drenanti alla gestione di orti comunitari. Un investimento su questi fronti crea lavoro, riduce le diseguaglianze, aumenta la resilienza urbana.

Nonostante la sua complessità urbanistica e amministrativa, Roma è stata scelta come caso pilota per testare questo nuovo approccio. Il progetto si inserisce nel più ampio quadro degli obiettivi europei che prevedono, entro il 2030, almeno il 10% di copertura arborea nelle città. Non è solo una sfida paesaggistica: le ondate di calore saranno sempre più frequenti e intense. 

L’auspicio è che la Capitale riesca a diventare un esempio, mostrando che anche contesti difficili possono essere trasformati, a patto di unire conoscenza scientifica, volontà politica e partecipazione civica. Le 25 soluzioni messe sul tavolo da ENEA sono lì, pronte per essere attuate. 

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