8 Luglio 2025
/ 8.07.2025

Occhio alla “massa nera”, è un rifiuto strategico

Le batterie esauste diventano un rifiuto strategico. Pechino già contava di metterci le mani sopra. Un altro passo verso l’economia circolare

L’Unione europea blinda la “massa nera”.  Non c’entra l’assonanza con Star Wars, c’entra invece il controllo dei minerali strategici. L’ultimo aggiornamento dell’Elenco Europeo dei Rifiuti (Eer), avvenuto lo scorso 5 marzo, avrà importanti conseguenze ambientali e geoeconomiche.  La “massa nera”, frutto della triturazione delle batterie esauste, contiene tutti i materiali che servono alla produzione di una batteria, come il litio, il cobalto, il manganese e il nickel. Materiali che l’industria europea importa soprattutto da Paesi extracomunitari. 

Adesso la “massa nera” diventa un rifiuto pericoloso, e questa classificazione implica il divieto di esportazione nei Paesi non Ocse. Una pessima notizia per la Cina e la Corea del Sud, che contavano di metterci le mani: Pechino aveva approvato un decreto proprio per questo, aprendo alle importazioni da luglio 2025. Progetto che non potrà contare sulla black mass europea.  Ad entrare nell’elenco dei rifiuti pericolosi, oltre alla black mass, che è un prodotto intermedio del recupero delle batterie esauste, sono tutte le batterie post-consumo a base di litio, nichel e zinco, così come quelle alcaline e al sodio-solfuro di sodio, nonché i rifiuti industriali risultanti dalla produzione di queste batterie. La decisione europea recepisce in pieno le raccomandazioni di uno studio realizzato nel 2024 da JRC (Joint Research Centre, Fair and Sustainable Economy, Circular Economy and Sustainable Industry), con gli input degli stakeholder.

Aumenta la sicurezza dell’approvvigionamento

“In conformità con la Convenzione di Basilea e con il Regolamento sulle spedizioni di rifiuti”, informa una nota della Commissione, la classificazione della black mass come rifiuto pericoloso “porterà a un migliore controllo delle spedizioni di massa nera e garantirà che la massa nera rimanga nell’economia europea. Ciò supporterà l’obiettivo del Regolamento sulle batterie di passare a un’economia circolare, aumentando la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime ed energia e rafforzando l’autonomia strategica dell’Ue”.  Nel caso delle batterie, la circolarità è imposta dal Regolamento UE sulle Batterie, pubblicato nel luglio del 2023, e dal Regolamento UE sulle Materie prime critiche e strategiche, pubblicato in Gazzetta ad aprile 2024, che promuove l’autonomia comunitaria ponendo obiettivi di incremento dell’estrazione dei minerali chiave dentro i confini dell’Unione, imponendo obiettivi di recupero degli stessi minerali a partire dai rifiuti d’estrazione, e rafforzando al contempo gli obblighi di riciclabilità delle componenti delle batterie.

Una filiera autonoma

Naturalmente ci vorrà il suo tempo. Per diventare operativa, la nuova norma richiederà poco meno di due anni. Superato un periodo di due mesi nei quali il Parlamento europeo e il Consiglio UE potranno opporre obiezioni all’atto delegato della Commissione, il nuovo elenco dei rifiuti sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue, ed entrerà in vigore dopo 20 giorni. A quel punto scatterà un periodo transitorio di 18 mesi per far sì che gli operatori possano adeguarsi ai nuovi oneri. Basterà questo a dare fiato all’industria europea delle batterie, dopo il fallimento del progetto Nothvolth? Ovviamente no. Ma consentirà di creare una filiera di riciclaggio tutta europea, e questo è già molto.

CONDIVIDI

Continua a leggere