28 Settembre 2025
/ 25.09.2025

La Flotilla va avanti: “Gli aiuti a Gaza li portiamo noi”

La Global Sumud Flotilla ha respinto la mediazione del governo italiano, che proponeva di consegnare gli aiuti a Gaza tramite Cipro. La Flotilla insiste sul suo obiettivo di rompere l'assedio navale. Intanto il ministro della Difesa Guido Crosetto ha condannato l'attacco subito dalla Flotilla e ha inviato la fregata Fasan della Marina militare per monitorare e assistere, mentre la premier Giorgia Meloni ha definito la spedizione "pericolosa e irresponsabile"

La missione della Global Sumud Flotilla, che punta a rompere l’assedio navale di Gaza e consegnare aiuti umanitari, si trova al centro di una crescente tensione diplomatica e militare. Dopo l’attacco subito in acque internazionali, la Flotilla ha respinto la proposta di mediazione avanzata dal governo italiano, mentre Roma ha schierato una nave militare per monitorare la situazione e garantire l’incolumità dei cittadini a bordo.

Il no della Flotilla e la risposta di Israele

La delegazione italiana della Flotilla, a nome del comitato direttivo, ha comunicato il proprio rifiuto alla proposta italiana di consegnare gli aiuti a Gaza passando per Cipro. “La nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza”, ha dichiarato il comitato, ribadendo l’accusa di “genocidio e pulizia etnica” contro la popolazione palestinese. La decisione è stata appoggiata anche da Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote di Nelson Mandela e attivista a bordo, che ha affermato: “Israele non ci intimidirà. Non fermeremo i nostri sforzi fino a che non si ferma il genocidio.”

La reazione di Israele non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha scritto su X che la Flotilla, respingendo la proposta italiana, ha dimostrato che “il suo vero scopo è la provocazione e il servizio ad Hamas”, ribadendo però che Israele è pronto a “impegnarsi in qualsiasi accordo costruttivo per trasferire gli aiuti in modo legale e pacifico”.

Le posizioni del governo italiano

Sulla questione, la posizione del governo italiano è apparsa divisa tra l’assistenza e la condanna. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha condannato con fermezza l’attacco subito dalla Flotilla, definendo “inaccettabili” le operazioni contro civili in mare aperto. Ha inoltre confermato l’invio della fregata Fasan della Marina militare italiana a sud di Creta per seguire la Flotilla e intervenire in caso di necessità, sottolineando che si tratta di “un dovere di uno Stato nei confronti dei nostri cittadini”. Tuttavia, Crosetto ha anche messo in guardia la Flotilla dal tentare di forzare il blocco israeliano, avvertendo che al di fuori delle acque internazionali l’Italia non potrà garantire la loro sicurezza.

Parallelamente, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito la spedizione “gratuita, pericolosa e irresponsabile”. Ha sostenuto che non c’è bisogno di rischiare l’incolumità per portare aiuti che il governo italiano avrebbe potuto consegnare in poche ore, criticando l’operazione in un “teatro di guerra”. Le sue parole hanno sollevato le critiche dell’opposizione di centrosinistra, secondo cui la Premier ha agito come leader di partito e non come Presidente del Consiglio, contribuendo a deteriorare il clima.

Di certo, la situazione non è di facile soluzione per il governo italiano. Nel convocare la conferenza stampa, la Global Sumud Flotilla ha allertato la comunità internazionale in merito a “informazioni credibili di intelligence che indicano che è probabile che Israele intensifichi gli attacchi violenti contro la flottiglia entro le prossime 48 ore, utilizzando potenzialmente armi che potrebbero affondare, ferire e/o uccidere i partecipanti”. Uno scenario di guerra che se si verificasse porrebbe il nostro esecutivo di fronte a una scelta di campo. Le cui conseguenze al momento non sono immaginabili. Soprattutto, di fronte al fortissimo consenso che sta accompagnando il viaggio della missione e di cui il governo non può non tenere conto. Come non può ignorare la solidarietà di tutta la società civile verso la popolazione di Gaza.

Il contesto del conflitto

La missione della Flotilla si inserisce in un quadro di forte escalation. Secondo fonti palestinesi, nelle ultime 24 ore gli attacchi militari israeliani a Gaza hanno causato la morte di decine di persone, con un bilancio totale di 83 morti e 216 feriti nelle ultime 24 ore. Tra le vittime ci sono anche dei bambini.

La tensione si è estesa anche al di fuori dei territori palestinesi. A Tel Aviv, l’esplosione di un’auto ha ferito un uomo, con le circostanze ancora da chiarire. Contestualmente, i media legati ai ribelli Houthi in Yemen hanno riferito di attacchi israeliani in corso sulla capitale Sana’a, in risposta al lancio di un drone yemenita che si è schiantato su Eilat, nel sud di Israele, ferendo venti persone.

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