20 Maggio 2025
/ 19.05.2025

A Londra l’arte si fa con le alghe 

C’è qualcosa di poetico – e perché no, anche di profondamente simbolico – nel trasformare il mare in arte. O meglio, nel trasformare le sue alghe. Ed è quello che ha fatto Alex Glasgow, agricoltore marino e fondatore di KelpCrofters, una water farm che si trova nei pressi dell’Isola di Skye, a largo della costa occidentale della Scozia.

Proprio in quelle acque, in quei mari, Alex Glsasgow raccoglie a bordo della sua imbarcazione lunghe corde cariche di alghe, caratterizzate da un tipico colore nero-arancio. E, laddove noi vedremmo solo alghe, lui vede il futuro: “Probabilmente è la biomassa con la crescita più rapida del pianeta”, racconta a The Guardian. E lo dice a ragion veduta: questi organismi, infatti, sono attualmente al centro di un’industria che è in rapida espansione, e la sua azienda li utilizza già in diversi ambiti, dalla produzione del sapone alla realizzazione del vetro, fino alla produzione di fertilizzanti. Ma c’è una parte del raccolto che ha una destinazione alquanto curiosa: l’arte.

Alghe e arte: un connubio possibile?

Sono sedici gli artisti che sono stati invitati a partecipare a un progetto espositivo unico nel suo genere, l’Art for Your Oceans, una mostra che si è tenuta a Londra dal 7 al 15 maggio e che ha visto come protagoniste opere d’arte realizzate con un inchiostro speciale, quello realizzato con le alghe coltivate da Glasgow. 

Un inchiostro, questo, che ha fatto viaggiare indietro nel tempo alcuni partecipanti: “Era molto denso”, racconta uno degli artisti coinvolti nel progetto, “aveva un odore che mi ha riportato subito all’infanzia, a quando scavavo tra le rocce della spiaggia. Ma oggi, tornato in quei luoghi, noto le differenze: meno alghe, meno anemoni, meno uccelli”.

Insomma, l’odore salmastro di queste alghe rievoca sì ricordi, ma porta a galla anche una consapevolezza, quella di un mare che cambia e che soffre. E molti artisti hanno deciso di rappresentare proprio questa tensione nelle loro opere, un dualismo che oscilla tra meraviglia e minaccia. Per esempio, una delle artiste ha scelto di rappresentare la figura del selkie, creatura mitologica che può trasformarsi da foca a essere umano, come metafora di una nuova relazione con la natura, più fluida e più consapevole.

Ambiente a 360 gradi

In questa esposizione, dunque, gli oceani non sono solo lo sfondo, sono i protagonisti. O, più precisamente, come ha ricordato uno degli artisti al The Guardian, sono il “motore generativo del pianeta blu”: gli oceani, infatti, hanno permesso alla biosfera di sopravvivere a cinque estinzioni, e potrebbero essere cruciali pure nel panorama della complessa crisi climatica che stiamo affrontando. Eppure noi, questi oceani, spesso li trattiamo come discariche a cielo aperto, dove nascondere plastica, idrocarburi e rifiuti di ogni tipo.

E proprio per valorizzare a 360 gradi non solo gli oceani, ma anche l’ambiente, gli artisti hanno scelto di lavorare su materiali naturali: seta, carta fatto a mano, pigmenti macinati con conchiglie raccolte in spiaggia. Anche i soggetti rappresentati richiamano il mare: c’è chi, per esempio, ha rappresentato dei sottomarini che emergono tra le onde, evocando i ricordi di un’infanzia, passata a osservare il mare come un mondo nascosto, e c’è chi ha invece preferito lasciarsi guidare dall’ispirazione, lasciando scorrere il pennello in modo casuale e dando vita a paesaggi liquidi e instabili.

Ma c’è un filo rosso che unisce tutte le opere, e che è anche un monito per gli osservatori: il mare non è un paesaggio da cartolina, ma un sistema vivo, potente e fragile allo stesso tempo. Un luogo insomma che merita rispetto, protezione e ascolto. “Quando sei in barca e guardi l’orizzonte, capisci quanto siamo piccoli”. commenta un artista. “E capisci anche quanto la natura sia reale, tangibile e concreta. Anche se spesso ce ne dimentichiamo”.Ed è per non dimenticarci dell’importanza delle risorse del nostro pianeta che il Wwf ha deciso di promuovere progetti concreti di conservazione marina: le donazioni raccolte attraverso la mostra “Art for Your Ocean” sono destinata ad attività cruciali come il ripristino degli ecosistemi, alla protezione delle specie marine in pericolo e al contrasto alla pesca intensiva. Ma ciascuno di noi può fare la sua parte, iniziando per esempio a rispettare la natura, anche con piccoli gesti. Perché – per rimanere in tema – quel che facciamo è solo una goccia nell’oceano. Ma se non lo facessimo, l’oceano sarebbe molto più piccolo.

CONDIVIDI
joe-pee-aYe8AgRmv-o-unsplash

Continua a leggere