11 Luglio 2025
/ 11.07.2025

Al Parlamento non piace Lollobrigida “bioregolatore”

Il Parlamento rallenta la controriforma che darebbe via libera alle doppiette in nome dei fucili “bioregolatori”

Il Parlamento prende le distanze dalla deregulation sulla caccia. La mossa è tecnica ma ha un significato politico: è stato approvato il passaggio dalla sede redigente a quella referente del ddl 1552 che vuole modificare la legge 157 sulla caccia. Vuol dire niente scorciatoia: la proposta di far saltare la legge quadro sulla caccia per dare via libera alle doppiette dovrà affrontare un ampio dibattito in Parlamento.

E anche se la pressione delle lobby venatorie e degli armieri è forte e trova orecchie attente nello schieramento governativo (e non solo) sarà difficile ignorare i rischi che un’eventuale approvazione della legge comporterebbe. Per l’impatto ambientale, ma anche per lo scontro frontale che si aprirebbe con l’Unione Europea per la violazione delle direttive a difesa dei migratori e della biodiversità e con la larga maggioranza di cittadini italiani che in un bosco preferisce entrare per ascoltare gli uccelli invece che per sparargli.

In ogni caso la tregua trentennale sulla caccia è finita. Tanto che Avs ha presentato un disegno di legge per abolire “un’anomalia inaccettabile: il diritto dei cacciatori di entrare armati nei fondi privati senza il consenso dei proprietari”. La tregua tra la sempre più ridotta pattuglia di cacciatori e la maggioranza contraria alla caccia si basava infatti su un delicato punto di equilibrio tra pressione venatoria e paletti della comunità scientifica.

La controriforma scardina questi paletti. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida aveva smentito le anticipazioni che avevano creato un coro di proteste. Ma poi il testo definitivo ha confermato i punti essenziali delle anticipazioni. E cioè: l’allungamento della stagione venatoria oltre il 31 gennaio (durante la migrazione prenuziale); l’indebolimento del ruolo dell’Ispra e dunque del giudizio del mondo scientifico; la reintroduzione della cattura di uccelli vivi per i richiami; il via libera alle aziende venatorie anche nei periodi di chiusura della caccia; la caccia nei boschi demaniali.

È uno schiaffo all’Europa, la premessa per altre sanzioni contro l’Italia. Ed è un atto che si spiega solo con l’approccio ideologico di Palazzo Chigi. Un approccio basato sullo slogan “mettere l’uomo al centro”. Come se finora gli umani fossero stati nascosti in un angolo, a osservare l’evoluzione dell’ambiente mossa da entità misteriose. Come se le modifiche ai cicli naturali create dalla nostra specie bruciando fossili e deforestando non fossero responsabili del disastro climatico in cui siamo finiti e della drammatica riduzione della biodiversità.

Lo ha detto con chiarezza un filosofo prestato all’ambientalismo, il direttore della Lipu Danilo Selvaggi, commentando le dichiarazioni di Lollobrigida proprio sulla legge di controriforma venatoria fortemente sostenuta dal ministro. “L’uomo si riprende il diritto di essere bioregolatore”, aveva detto il ministro aggiungendo: “Come ho già detto in passato, l’essere umano è l’unico essere senziente, perché è l’unico che riesce a tradurre dati scientifici in azioni concrete. Anche gli animali sono senzienti, nel senso che anche loro soffrono, ma non conosco nessun animale che sulla base di dati scientifici possa regolare l’ecosistema”.

“Senza offesa, ma visto che il ministro, evidentemente, nemmeno conosce il significato del termine ‘senziente’, può conoscere il significato del termine ‘bioregolatore’?”, si chiede Selvaggi. “Se approfondisse la questione, il ministro scoprirebbe che la bioregolazione che gli esseri umani hanno messo in atto, ad oggi, è per lo più una biodistruzione. Limiti naturali superati in molti ambiti e crisi ecologica galoppante”. Il problema ambientale di cui stiamo cominciando a pagare le conseguenze non è dato da una carenza di azione umana ma da un eccesso. Meno e meglio sarebbe un buon certificato di assicurazione per il nostro futuro.

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