Non più terra da cui si fugge, ma luogo in cui tornare. Il 12 luglio, a Marcetelli, il più piccolo Comune del Lazio per popolazione, andrà in scena una festa che è anche una dichiarazione d’intenti: unirsi per il futuro della Sabina, area interna dell’alto Lazio.
A lavorare insieme dal 2022 sono i 10 Comuni della Green Community IN. Alta Sabina, sostenuta da 3 milioni di euro di fondi del PNRR. Durante la festa quindi i Sindaci di Rocca Sinibalda, Belmonte Sabino, Colle di Tora, Longone Sabino, Marcetelli, Torricella in Sabina, Monteleone Sabino, Poggio Moiano, Poggio San Lorenzo e Varco Sabino firmeranno pubblicamente il documento che sancisce la nascita di un’alleanza territoriale per una nuova visione di sviluppo. Un gesto simbolico, ma con ricadute molto concrete: contrastare lo spopolamento cronico che affligge questi luoghi e puntare, entro il 2035, a un’inversione di tendenza con un +5% di residenti. Non poco, se si considera che parliamo di territori che insieme arrivano a malapena a 3.500 abitanti, spesso anziani, sparsi in un paesaggio magnifico ma fragile, colpito dallo spopolamento.
L’obiettivo è trasformare quella che finora è stata una marginalità in una leva di rigenerazione. Coniugando intelligenza naturale (da cui l’acronimo “IN”) e innovazione partecipata, risorse locali e strumenti digitali, tradizione e sperimentazione sociale.
Energia, servizi ecosistemici e moneta locale
Il cuore del progetto è la sostenibilità come leva di coesione e rilancio. Si parte dalla produzione di energia rinnovabile – solare e da biomasse – organizzata in comunità energetiche locali. A questo si aggiungono la mobilità elettrica (con nuove stazioni di ricarica in ogni Comune), l’efficienza energetica negli edifici, la promozione del turismo lento attraverso una rete di sentieri e cammini.
Ma c’è anche un’idea radicale, che potrebbe fare scuola ben oltre la Sabina: dare un valore economico misurabile ai servizi ecosistemici forniti da questi territori – l’acqua, la tutela delle foreste, la difesa del clima – e usarlo come base per una valuta locale. Una moneta “verde” che premia chi protegge l’ambiente e alimenta uno scambio solidale tra cittadini, imprese e amministrazioni. Un circuito virtuoso che trasforma il rispetto dell’ecosistema in valore reale e riconosciuto.
Il Ballo delle Pantasime
A fare da cornice alla firma del Patto sarà una giornata di festa diffusa, pensata per coinvolgere tutta la popolazione. Mercati contadini, laboratori per bambini, concerti, camminate nella natura e stand enogastronomici: tutto contribuisce a restituire senso di appartenenza e comunità.
Ma il momento più potente sarà il Ballo delle Pantasime. Figure femminili alte e danzanti, realizzate in cartapesta e ispirate a riti ancestrali di rinascita, che per la prima volta si muoveranno insieme in una coreografia corale. Una danza arcaica e contemporanea al tempo stesso, che incarna il senso profondo del progetto: riscoprire radici comuni per immaginare un futuro diverso.
Non si tratta solo di un evento simbolico, ma del primo passo concreto verso una comunità territoriale che mette al centro la partecipazione, la resilienza e la sostenibilità. In un’Italia che rischia di perdere interi pezzi di sé nei territori “minori”, l’Alta Sabina prova a cambiare il paradigma. Non più periferia da assistere, ma laboratorio da seguire.
Se il progetto funzionerà – e le premesse sono serie – potrebbe diventare un modello da replicare in molte altre aree interne, spesso trascurate ma decisive per il futuro ambientale e sociale del Paese. La scommessa è aperta. Ma intanto, a Marcetelli, si balla. L’inizio di un cambiamento con i piedi ben piantati sulla terra.