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Apple ribalta tutto, il nemico Google diventa fornitore AI generativa

19.03.2024

Tim Cook, CEO di Apple, e Deirdre O'Brien, vicepresidente senior "Retail and People" di Apple, aprono le porte del nuovo flagship store dell'Apple Tower Theatre nel centro di Los Angeles.

Secondo Bloomberg, manca poco per concludere l’affare. Apple accentua la fase del cambiamento epocale, rivalutando il suo posizionamento e i suoi approcci con i rivali. Tim Cook contatta tutti per fornire i suoi prossimi iPhone di intelligenza artificiale, ma sceglie Gemini. L’unione farà la forza?

Sarà che una retromarcia tira l’alta, oppure che alla fine per vincere le battaglie più dure è sempre meglio farsi amico il tuo peggior nemico. Ma nell’imprevedibile mondo della tecnologia, la notizia che Apple stia chiudendo un accordo con Google per importare l’intelligenza artificiale di Big G sui suoi dispositivi fa un rumore pazzesco. Insomma: dopo l’Apple Car sparisce, almeno per il momento, l’AI targata Cupertino, in ritardo nella costruzione di un suo sistema che tutti si immaginavano altamente innovativo. E invece no: secondo Bloomberg l’affare sarebbe già verso la conclusione, e questo permetterebbe già dai prossimi iPhone di integrare il programma Gemini sui dispositivi della Mela. Con un evidente vantaggio per entrambe le società.

Resta da capire come il rapporto tra Apple e Google, in passato impegnate a scambiarsi denunce in tribunale, sia arrivato a questo punto. Bloomberg sostiene che il gran capo Tim Cook abbia avuto colloqui anche on OpenAI, sostenuta da Microsoft, per valutare l’utilizzo dei suoi modelli di intelligenza artificiale. Eppure, alla fine, la scelta sarebbe caduta appunto su Gemini, la piattaforma recentemente lanciata dagli ingegneri di Mountain View, ma che per ora non ha convito completamente gli esperti. Con il risultato che c’è chi pensa che le difficoltà di Apple di produrre il suo software si sposino perfettamente con le carenze dimostrate dalle funzionalità ancora acerbe da quello degli ex rivali, portando a sposare due debolezze per farne una forza.


In attesa di sapere cosa ne pensi l’Antitrust americana, si fanno insomma i primi calcoli: da un lato, l’accordo potrebbe consentire a Gemini di accedere a una vasta quantità di dati degli utenti di iPhone; dall’altro, i prossimi prodotti di Apple potrebbero colmare l’attuale gap nelle caratteristiche rispetto a quelli dei più grandi competitor. A Cupertino, infatti, sta già lavorando su nuove funzionalità basate sui suoi modelli di AI interni per il prossimo iPhone iOS 18, ma si stava appunto cercando un partner per potenziare le capacità generative, come la creazione di immagini e la scrittura di saggi basati su istruzioni semplici. Ed anche se le trattative sono ancora in corso e non si è arrivati a una conclusione definitiva, già si prevede che eventuali dettagli sull’accordo potrebbero emergere durante l’annuale assemblea degli sviluppatori di Apple, in programma come sempre per il prossimo giugno.

Lo stesso Cook, d’altronde, aveva già annunciato che l’azienda era prossima a rivelare maggiori dettagli sui suoi piani relativi all’utilizzo dell’AI generativa entro la fine dell’anno. E questa mossa sembra sia stata ora svelata dalle indiscrezioni che aprono un nuovo scenario miliardario nel business di due delle aziende che dominano il mondo. Che poi questo sia davvero un successo, magari in futuro ce lo racconterà un chatbot, dicendo che sicuramente lo è, s’intende.

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