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Personaggi

Arianna Baccarini, in arte la “LISegnante”

06.09.2024

Docente di italiano e interprete LIS in formazione, Arianna Baccarini si impegna a rendere il mondo un posto inclusivo.

«Le nostre mani assumono, a tratti, un linguaggio universale». Si dice che la fortuna aiuti gli audaci, e sembra che a portare fortuna ad Arianna Baccarini sia stata l’audacia di un viaggio inaspettato in Brasile nel 2018, a ventidue anni. “Inaspettato perché, sebbene fosse nei suoi piani partire per l’estero dopo la laurea in Antropologia, quando le viene proposto il Brasile è un po’ titubante, «non era quella la prima meta a cui pensavo» ammette. Ed è “audace” perché la proposta è quella di lavorare per tre mesi in una scuola per bambini sordi, assistendo gli insegnanti, ma «io non avevo mai sentito parlare di sordità e mi sembrava difficile riuscire a inserirmi in soli tre mesi». Ha tanti anni di associazionismo alle spalle ma nessuna esperienza di questo tipo, eppure decide di andare lo stesso ed è lì che ha il primo approccio con la lingua dei segni. A posteriori definisce il viaggio in Brasile «un’esperienza immersiva», durante la quale apprende la Libras, cioè la lingua dei segni brasiliana, che è diversa da quella italiana. Perché, spiega, ogni Paese ha un proprio sistema di gesti, come accade con il linguaggio verbale. Ma, in realtà, durante il viaggio, il problema comunicativo non c’è mai stato: «I segni hanno un modo per far passare un messaggio, grazie alle nostre mani, che si può sempre capire. Mi hanno insegnato tantissimo». È un modo di comunicare diverso e potentissimo, che, insieme alle mani, usa gli occhi e tutto il corpo. Capisce di aver trovato la sua strada, quindi torna in Italia e non si ferma. Cerca dei corsi di formazione per imparare la lingua dei segni italiana, vuole studiare e approfondire il mondo della sordità e vuole trovare un proprio spazio, anche se sembra difficile. Perché l’Italia ha riconosciuto la LIS come lingua ufficiale soltanto nel 2021, e prima di allora non c’erano molti percorsi accademici disponibili, la gestione dei corsi era in mano ad associazioni e scuole private. È difficile anche dal punto di vista lavorativo ed è difficile soprattutto perché ci sono poche occasioni di confronto con altre persone che studiano e lavorano nello stesso ambito. Ma sarà che Arianna ha questa capacità di vedere opportunità dietro a porte che sembrano chiuse, perché queste difficoltà non la frenano affatto. Inizia il percorso di formazione, prima a Modena, città natale, e dopo a Venezia. Qui, comincia anche a lavorare come docente in una scuola e, affiancata da una insegnante di sostegno, porta la LIS nelle sue classi. Con il suo progetto vuole introdurre i più giovani al mondo della lingua dei segni, perché «se in una classe non c’è nessuno che conosce la LIS, un bambino sordo non può inserirsi nel contesto comunicativo e, quindi, è escluso». Il dialogo educativo non può essere limitato, a ogni studente deve essere data la possibilità di interagire con i propri compagni. L’inclusione nelle sue classi si costruisce così, dando a tutti e tutte gli strumenti giusti. Poi c’è l’attività come divulgatrice: ha una pagina su Instagram, la “LISegnante”, crasi tra un’insegnante e una segnante, e un profilo su YouTube, dove condivide piccole lezioni di lingua dei segni. Con chi la segue parla di disabilità uditiva, di inclusione e di LIS. «Quando io ho iniziato ho avuto l’impressione che le persone faticassero a condividere le proprie esperienze. Non ne parlava nessuno, e allora mi sono chiesta “Perché non ne parlo io?”». Nel frattempo, in calendario sono segnati corsi di formazione ed eventi: Arianna Baccarini ha un futuro chiaro davanti a sé. Racconta di voler continuare a studiare per diventare una docente LIS e poter tenere dei corsi, e poi vuole creare degli eventi anticonvenzionali dove persone udenti e sorde condividano esperienze comuni.

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