13 Giugno 2025
/ 11.06.2025

Boom degli alimenti veg: crescita a cifra doppia

Se pensate che il latte di mandorla sia un capriccio da bar hipster, guardate gli scontrini: nel 2024 i prodotti plant-based venduti nei supermercati e nei discount italiani valgono 639 milioni di euro. L’indagine Circana per il Good Food Institute Europe mostra un salto in avanti del 7,6 % sull’anno precedente e del 16,4 % rispetto al 2022. Le confezioni vendute corrono ancora di più (+10 % sul 2023), segno che l’inflazione c’entra poco: la gente compra davvero, non paga soltanto di più.

Latte di soia primo attore, ma i contorni cambiano faccia

Il segmento delle bevande vegetali resta la cassaforte: da solo genera più della metà (50,7 %) del fatturato plant-based e ormai vale l’8 % del mercato complessivo del latte. Il merito è soprattutto delle private label, che presidiano oltre metà dello scaffale con prezzi tagliati a colpi di centesimi. Morale: quando un cappuccino alla soia costa solo un pizzico in più di quello vaccino, l’effetto “proviamo” si trasforma in abitudine da colazione.

Hamburger di legumi: da curiosità a presenza fissa

Il reparto carne alternativa ha smesso i panni dell’ospite occasionale: 35,7 % del mercato vegetale e un balzo annuo del 14,7 % in valore, 16 % in volume. Più che gadget per flexitariani, burger e polpette green diventano soluzione rapida per chi cerca proteine a basso impatto ambientale. Il vero cambio di passo? Texture migliorata: addio effetto gomma, buona tenuta in padella e sapore meno “fotocopia”.

Formaggi veg: il cavallo di Troia che nessuno aveva previsto

Il jolly viene dal banco latticini, dove cagliate di anacardi e gouda di riso volano: +45 % in dodici mesi, valore raddoppiato dal 2022. È ancora un mercato di nicchia, ma la traiettoria ricorda i primi smartphone: pochi pezzi, alti margini, crescita da videoclip accelerato. Qui comandano i brand, non le private label, segno che il consumatore è disposto a pagare pur di non rinunciare all’effetto filante sulla pizza.

La conferma arriva anche da Massimo Santinelli, fondatore e Ceo di Biolab, marchio storico che da sempre ha puntato sugli alimenti a base vegetale: “Questi numeri sono linea con ciò che viviamo in Biolab: stiamo crescendo a un ritmo del 25‑30% annuo”, ricorda. “Il boom delle alternative vegetali a carne e formaggi dimostra che l’iniziale scetticismo sul gusto è ormai superato: oggi il plant‑based è visto anche come una scelta di piacere e non più di rinuncia. Chi si siede a tavola cerca cibi buoni per sé, per gli animali e per il pianeta. Un benessere generale che – sempre di più – incontra anche il piacere del palato”.

Scenario 2025: obiettivo miliardo alla portata

Con l’inflazione alimentare in ritirata e i costi delle proteine animali esposti a siccità e guerre, il plant-based ha il vento in poppa. Se latte, burger e formaggi continueranno a migliorare sapore e convenienza, il traguardo psicologico del miliardo di euro non è fantascienza ma semplice aritmetica. E il banco frigo – severo ma giusto – sancirà il verdetto finale: si vende ciò che piace, non ciò che predica.

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