10 Maggio 2025
/ 9.05.2025

Con Vermiglio la natura conquista i David di Donatello

Sette premi su quattordici candidature, compresi i due più prestigiosi: miglior film e, per la prima volta in 70 edizioni, miglior regia assegnato a una donna

Non si ferma la corsa di Vermiglio di Maura Del Pero, vincitore indiscusso dell’edizione 2025 dei David di Donatello. Sette premi su quattordici candidature, compresi i due più prestigiosi: miglior film e, per la prima volta in 70 edizioni, miglior regia assegnato a una donna.

Una festa per il cinema ma anche una festa per l’ambiente, perché Vermiglio intreccia con grazia il racconto intimo di una comunità di montagna con una riflessione profonda sul rapporto tra uomo e natura.

Girato tra le montagne della Val di Sole, nel piccolo paese da cui prende il nome e che per la regista risuona di memorie familiari, Vermiglio è la storia di una piccola comunità rurale, che vive seguendo il ritmo delle stagioni e dei gesti quotidiani, apparentemente immobile, ma attraversata da tensioni e desideri, mentre la guerra del secondo conflitto mondiale, ormai prossimo alla fine, è lontana, più evocata che mostrata. È qui che prende forma un racconto fatto di silenzi, di piccoli gesti e di stagioni che scorrono lente.

Il protagonista è il maestro Graziadei, figura rispettata e silenziosa in un microcosmo dove l’oralità ha ancora un peso forte e dove la modernità arriva col passo incerto di un giovane siciliano, il cui incontro con Lucia, la figlia maggiore del maestro, innesca il cambiamento che va a turbare l’equilibrio del villaggio.

Ma protagoniste sono anche le montagne del Trentino, che dominano imponenti e immutabili le inquadrature, e impongono il ritmo al racconto. I paesaggi si susseguono in un’alternanza lenta di stagioni – nevi bianche, prati verdi, silenzi profondi – restituendo un senso del tempo lungo, ciclico. Quella di Vermiglio è una natura immensa, e insieme armonica, dominata dal silenzio, che mette in prospettiva la nostra piccolezza e ci mette di fronte alla nostra responsabilità, una natura che chiede rispetto e consapevolezza. Perché quella stessa natura, oggi, rischia di scomparire sotto l’effetto dei cambiamenti climatici: ghiacciai che si ritirano, boschi che bruciano o vengono abbattuti.

Ma Vermiglio non si limita a raccontare l’ecologia, la pratica. E’ un modello concreto e un esempio virtuoso di cinema sostenibile. Pochi spostamenti, troupe locali, energia rinnovabile, attenzione agli sprechi: ogni fase del progetto è stata certificata in ottica green. Un approccio coerente per un film in cui bellezza e consapevolezza camminano insieme, unendo racconto umano, memoria collettiva e urgenza ecologica.

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