16 Dicembre 2025
/ 16.12.2025

Coralli mediterranei, la sfida del restauro

A Punta Campanella scendono in campo i “guardiani del mare”. Il progetto avviato dalla Fondazione Marevivo prevede il restauro degli habitat danneggiati attraverso operazioni di restauro minuziose, quasi chirurgiche

La crisi delle barriere coralline è uno dei campanelli d’allarme di un sistema che sta arrivando al limite. I coralli occupano appena l’1% dei fondali marini, ma da loro dipende oltre un quarto della biodiversità del mare. Un paradosso biologico che racconta bene la posta in gioco. Organismi antichissimi, capaci di superare cinque estinzioni di massa, oggi rischiano di non farcela di fronte a riscaldamento globale, acidificazione degli oceani, ondate di calore e pressioni umane sempre più intense.

È da questa consapevolezza che nasce “MedCoral Guardians“, il progetto avviato dalla Fondazione Marevivo per difendere e ripristinare i coralli del Mediterraneo. Dopo una prima esperienza nell’Area marina protetta di Ustica, l’iniziativa è arrivata a Punta Campanella, uno dei tratti di mare più preziosi della Campania. Qui, insieme al Dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli Federico II, è partita un’azione di monitoraggio e restauro attivo della Cladocoracaespitosa, la cosiddetta madrepora a cuscino, uno dei principali “ingegneri” dell’ecosistema marino mediterraneo.

Un laboratorio a cielo aperto

Il progetto è stato presentato al Centro Recupero Tartarughe e Biologia Marina dell’Area marina protetta, a Massa Lubrense. Il primo impianto, con 13 frammenti di Cladocora, è stato mostrato dal vivo prima del posizionamento in mare. In totale sono previsti 12 impianti e 156 frammenti di corallo, recuperati e ripristinati attraverso operazioni di restauro minuziose, quasi chirurgiche. Un lavoro che richiede tempo, precisione e soprattutto conoscenza scientifica.

“Negli ultimi decenni circa la metà delle barriere coralline del Pianeta è stata gravemente danneggiata, e lo stesso fenomeno sta colpendo il Mediterraneo”, ha spiegato Raffaella Giugni, segretario generale di Marevivo. “Una situazione allarmante perché i coralli svolgono un ruolo fondamentale per la salute degli ecosistemi marini: forniscono habitat e riparo a numerose specie, ospitano circa il 25% della fauna marina e attenuano la forza delle onde, contribuendo a limitare l’erosione costiera. Oggi, però, la loro sopravvivenza è messa a repentaglio, vittima dei cambiamenti climatici, delle ondate di calore, dell’acidificazione degli oceani, delle attività antropiche e dell’ancoraggio selvaggio delle imbarcazioni che può distruggere intere colonie”.

Non solo coralli: salvare gli ecosistemi

“MedCoral Guardians” non guarda al singolo organismo, ma all’equilibrio complessivo del mare. A Punta Campanella l’attenzione si estende anche alle foreste di Cystoseira, alghe brune fondamentali per la vita marina e ormai in forte regressione in tutto il Mediterraneo. Inquinamento, urbanizzazione costiera, eutrofizzazione, riscaldamento globale e specie invasive stanno mettendo a rischio anche questi habitat. Ripristinarli significa ricucire relazioni ecologiche spezzate e aumentare la resilienza degli ecosistemi.

Come ha sottolineato Carmela Guidone, direttrice dell’Area marina protetta di Punta Campanella, la forza del progetto sta nella sinergia tra istituzioni, mondo scientifico e associazioni ambientaliste. Anche i diving center e le associazioni subacquee locali sono coinvolti, con segnalazioni, monitoraggi e visite guidate nei siti di restauro. Un contributo prezioso per individuare le aree dove la Cladocora è ancora presente e va protetta.

Al centro dell’iniziativa ci sono anche le persone, a partire dai più giovani. Oltre 700 studenti delle scuole secondarie del territorio parteciperanno a laboratori didattici per conoscere i coralli mediterranei, capire cosa li minaccia e riflettere sui comportamenti quotidiani che possono fare la differenza. Perché la tutela del mare è una responsabilità condivisa.

Guadagnare tempo, difendere il futuro

Ripiantare i coralli non basterà a fermare la crisi climatica. Ma significa guadagnare tempo, proteggere biodiversità e coste, dimostrare che l’azione propositiva funziona. L’obiettivo di Marevivo è trasformare “MedCoral Guardians” in un modello replicabile in altre aree del Mediterraneo. In attesa che la politica faccia la sua parte sulle cause profonde della crisi, c’è chi ha deciso di scendere in mare e cominciare a curarne le ferite. E, di questi tempi, non è poco.

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