25 Marzo 2025
/ 9.03.2025

Curare il cane o il gatto? Roba da ricchi

Se c’è chi chiede un abbassamento dell’Iva sulle ostriche dal 22 al 10% – vedi alla voce ministro delle Politiche agricole – molti altri pensano che un intervento per ritoccare al ribasso alcuni beni o servizi sia necessario. Ma va in tutt’altra direzione rispetto al consumo di ostriche. Serve un aiuto, è convinzione non di pochi, per venire incontro ai tanti proprietari di animali domestici. Il mantenimento e la cura del proprio pet rischia di diventare sempre più roba da ricchi. I costi per cibo e cure possono diventare proibitivi per chi vive una situazione di fragilità economica. È un diritto poter condividere la propria vita con un cane o un gatto? Poter contare sulla compagnia e l’affetto di un animale senza essere oppressi dall’idea che in caso di malattia del pet non saremo in grado di affrontarne i costi? Se pensate che la lotta di classe passi anche per una ciotola di croccantini, continuate a leggere perché ci sono buone notizie.

A Roma nasce il primo ospedale veterinario pubblico d’Italia
La Roma del gatto Romeo si candida naturalmente a diventare la capitale degli animali da compagnia. Il percorso è ancora lungo ma l’amministrazione comunale piazza un bel colpo. Nasce infatti il primo ospedale veterinario pubblico d’Italia. Un progetto non scontato e che potrebbe dare sollievo alle tante famiglie che si ritrovano a far i conti con spese veterinarie importanti. Partiti i lavori, la data di consegna della struttura pubblica è fissata per fine 2026: in totale i lavori dureranno 21 mesi. Il costo totale dell’opera sarà di circa 6,5 milioni di euro.

I locali del nuovo ospedale veterinario, oltre 900 metri quadri, ospiteranno nuovi ambulatori, sale per visite e accertamenti diagnostici. Al piano terra verrà realizzato un vero e proprio pronto soccorso per animali. “Questo ospedale era uno dei punti del nostro programma elettorale. Per far partire i lavori c’è stato un impegno enorme dell’amministrazione e di molti altri attori coinvolti, nonera semplice farlo in così poco tempo”, ha spiegato l’assessora all’Ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi. Va detto che l’avvio della facoltà di veterinaria all’Università di Tor Vergata è stato “un’ulteriore impulso” per il progetto.

Quali saranno i servizi offerti? Si parte inizialmente col curare gli animali ospitati nelle strutture comunali, successivamente si sta valutando di estendere il servizio alle famiglie a basso reddito che adottano nei canili della città e nell’oasi felina di Porta Portese.

Alla fragilità sociale ed economica guarda anche il progetto dell’ambulatorio solidale nato sempre a Roma grazie alla collaborazione tra Lav e Comunità di Sant’Egidio. Un’iniziativa che rappresenta una risposta concreta per supportare tutti coloro che, a causa delle difficoltà economiche, faticano a garantire le cure necessarie ai propri animali domestici.

Costi per mantenere un cane o un gatto
Ma nei fatti, quanto costa mantenere un cane o un gatto? Conti alla mano, qualche cifra è stata messa nero su bianco. Lo ha fatto, ad esempio, la Federconsumatori. Secondo l’indagine dell’associazione di tutela dei consumatori, per mantenere un cane nel solo primo anno di vita, servono mediamente dai 1.700 ai 2.500 euro. I costi si abbassano un po’ negli anni successivi. E si parla di circa 1.500 euro per un cane di taglia piccola e oltre 2.200 euro per un cane di taglia medio/grande. Per il gatto invece i costi ammontano mediamente a quasi 1.200 euro per il primo anno di vita e a poco meno di 900 euro per gli anni successivi. Va da sé che se consideriamo che un cane o un gatto vive in media dai 12 e 15 anni i costi di mantenimento possono incidere di parecchio sulle proprie disponibilità economiche.

È interessante anche un altro dato. In linea di massima le generazioni più giovani tendono a spendere di più per la salute dei loro animali. Ed è interessante anche incrociare questa tendenza con un altro dato: quello dell’età dei proprietari di pet. La Generazione X (quella successiva ai Boomers) ha la più alta percentuale di proprietari di animali domestici (60%). Tra i Millennial invece la presenza di animali è la più bassa ed è pari al 52%, ma si registra anche la quota più alta di chi vorrebbe averne (24% vs 20% di media nazionale); tra i Boomer si riscontra invece la maggiore quota di chi non è interessato ad avere animali.

Un’ultima annotazione riguarda la spesa per l’acquisto di un cucciolo: dipende da razza o allevamento più o meno blasonato. In questo caso, l’unico consiglio da dare è: tenersi lontano da abusivi e personaggi senza scrupoli che importano dall’est Europa cuccioli maltrattati, troppo giovani e spesso malati. I costi troppo bassi sono un campanello d’allarme da non sottovalutare.

CONDIVIDI

Continua a leggere