L’OCSE, cioè l’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico, definisce l’educazione finanziaria come «un processo attraverso il quale i consumatori, risparmiatori, investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base e […] sviluppano conoscenze per comprendere rischi e opportunità, compiere scelte consapevoli e migliorare il proprio livello di protezione». Al centro di questa definizione ci sono la conoscenza e la consapevolezza: queste vanno intese come gli strumenti principali che possono permettere alle persone, tanto i più giovani quanto gli adulti, di essere economicamente attivi e di raggiungere un certo benessere finanziario. Queste considerazioni non si limitano al singolo, ma vanno sempre inserite in un’ottica collettiva, perché, in ambito economico-finanziario molto più che in altri, la sfera del privato è continuamente intersecata a quella del pubblico: in altre parole, saper fare le scelte giuste nella gestione del denaro, da un lato, è necessario per il pieno sviluppo della propria persona, dall’altro, è utile allo sviluppo di tutta la società, al progresso umano, culturale, economico e tecnologico. Quindi, è nell’interesse delle Istituzioni e di chi opera in campo educativo ed economico attivarsi per fare in modo che ogni persona raggiunga un alto livello di cultura economico-finanziaria.

Perseguendo questo obiettivo, in Italia, lavora da ormai dieci anni la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio (FEduF). È una realtà giovane, che è nata nell’aprile del 2014 per iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), la principale associazione di banche e intermediari finanziari. In una società in cui «la familiarità con l’educazione finanziaria è limitata a meno di un italiano su 5» (secondo il report L’educazione finanziaria e la costituzione italiana, 2023), la Fondazione e i suoi partecipanti hanno realizzato, nel corso degli anni, iniziative, progetti, studi e ricerche nel campo dell’economia e della finanza, guardando a varie fette di popolazione, in particolare le famiglie e la popolazione studentesca.

La Fondazione ha sede a Roma ma ha costruito una vasta rete di partecipazione e collaborazione pubblico-privato, grazie alla quale porta le proprie attività in giro per tutta la Penisola. Buona parte del lavoro di FEduF è dedicato alle scuole, di ogni grado e ordine, per le quali sono stati pensati dieci programmi didattici strutturati e due PCTO (percorsi per lo sviluppo delle competenze trasversali) sui temi dell’imprenditorialità e del lavoro. A questi si aggiungono anche vari progetti tematici e dei corsi di formazione rivolti agli insegnanti. La proposta didattica di FEduF, che ha come scopo principale la divulgazione di conoscenze economiche, vanta strumenti e metodologie diverse tra loro, capaci di rendere accessibili e interessanti i contenuti finanziari e di semplificare il processo di acquisizione delle competenze: dunque, non solo lezioni e incontri, ma anche realizzazione di performance teatrali e uso di piattaforme edugame.

La Fondazione è attiva anche nell’ambito della ricerca. Grazie al lavoro di un Comitato scientifico, composto da esperti di materie economiche e umanistiche, vengono periodicamente realizzati dei report e delle statistiche che analizzano tendenze e comportamenti sociali in campo finanziario. Perché sono importanti questi studi? Perché, anzitutto, mirano a capire quali sono le opinioni e le esigenze conoscitive delle persone, quindi servono a individuare i gap esistenti, per poi andare a lavorare concretamente su questi aspetti, attraverso l’azione educativa.