21.10.2024
Pratica commerciale che fa lievitare in poche ore il costo dei biglietti, diversa da quella del secondary ticket. La Commissione europea sostiene che sia in contrasto con le leggi vigenti e stima in 8 miliardi di euro l’ammontare annuale dei danni ai consumatori dovuti a pratiche commerciali scorrette online.
Il dynamic pricing è una strategia di vendita per cui un’azienda cede i suoi beni o servizi a prezzi variabili, dinamici appunto, che cambiano nel tempo in base al volume delle richieste e altri fattori. Una metodologia utilizzata frequentemente online, e con cui tutti più o meno hanno avuto a che fare senza saperlo: dalla prenotazione di biglietti aerei e soggiorni in hotel, agli ingressi a eventi o agli acquisti nei grandi store online.
È un meccanismo a cui ci siamo abituati da anni senza farci troppo caso, ma che è balzato agli occhi di tutti a seguito della messa in vendita dei biglietti per il tour di reunion degli Oasis. I fan dei fratelli Gallagher hanno visto lievitare in poche ore il costo dell’ingresso all’evento da circa 100 euro iniziali a oltre 400, come conseguenza proprio della corsa agli acquisti. Questo è accaduto perché è scattato un improvviso e forte interesse per un determinato prodotto e l’algoritmo, registrandolo, ha fatto crescere il prezzo in maniera esponenziale calibrandolo sul rapporto tra domanda e offerta. Quello del dynamic pricing è un fenomeno diverso da quello del secondary ticket: nel primo caso i biglietti hanno in partenza costo fluttuante, nel secondo vengono acquistati da privati e poi rivenduti a prezzi maggiorati (il bagarinaggio per intenderci). Quanto successo per i live della band britannica non è stato un caso isolato ma ha acceso una miccia, tanto che l’europarlamentare Pierfrancesco Maran ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue per fare chiarezza su questo sistema. «La Commissione europea, che stima in 8 miliardi di euro l’ammontare annuale dei danni ai consumatori dovuti a pratiche commerciali scorrette online, continua a sostenere che il dynamic pricing non sia contrario alle leggi europee. Tuttavia, in Europa il dynamic pricing si è rivelato lesivo per i fan ed è il risultato di un monopolio di fatto nell’industria dell’intrattenimento dal vivo, dove l’assenza di concorrenti consente alle grandi compagnie di dettare regole e prezzi» ha detto, chiedendo un intervento legislativo.
Qualcosa di analogo è avvenuto in Australia per il concerto dei Green Day. Dopo la protesta social, il premier Anthony Albanese è intervenuto: «Introdurremo misure dure per impedire alle aziende di adottare pratiche poco chiare che truffano i consumatori» ha promesso.
Se nel dynamic pricing alcuni vedono un’opportunità, altri in effetti lo percepiscono come una vera truffa legalizzata. Dal lato del fornitore serve da pungolo all’aumento della produzione e permette di controllare maggiormente il traffico e le vendite disciplinando la domanda; dal lato del consumatore però, se al verificarsi delle giuste condizioni può consentire l’accesso al servizio a prezzi scontati, può anche far sì che si verifichi un’impennata inaspettata dei costi. Senza contare i rincari collegati: prendendo l’esempio del concerto, se molte persone acquistano un biglietto aereo per la città in cui è in programma lo show, per quella data saliranno anche i prezzi dei voli e delle camere d’hotel. Una spirale potenzialmente infinita e insostenibile.