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È questione di centimetri, non toccate il soldato Jannik

03.06.2023

Le premature sconfitte a Roma e Roland Garros non devono oscurare il percorso di crescita di Jannik Sinner, che procede in modo lineare.

Il tennis sta attraversando un momento di grande popolarità, ma c’è un dazio da pagare: l’emissione di giudizi affrettati. È capitato che qualcuno esagerasse nel condannare Jannik Sinner dopo le recenti sconfitte a Roma e – soprattutto – al secondo turno del Roland Garros, al termine di una battaglia di 5 ore e 26 minuti contro il tedesco Daniel Altmaier (n.79 del mondo). La verità è che l’altoatesino sta vivendo un normale processo di crescita, e le sconfitte fanno parte di ogni percorso. Certo, l’attesa era grande e la delusione è l’ovvia conseguenza. «Ero molto preparato per questo torneo – ha esalato in conferenza stampa – mentalmente stavo bene, e sul piano fisico mi sono allenato molto. È dura lavorare tanto e non ottenere la ricompensa, ma il tennis non è uno sprint. È una maratona, quindi continuerò a lavorare duro in attesa di ottenere i risultati».

Jannik ha ragione: il tennis è una maratona, quindi non è il caso di deprimersi per un paio di tornei andati male. E poi, a volte, è una questione di centimetri: se Altmaier non avesse colpito un nastro fortunato sul matchpoint per Sinner, l’azzurro sarebbe ancora in gara e lo riterremmo favorito per un posto in semifinale, visto che il tabellone si era aperto” dopo l’eliminazione di Daniil Medvedev. Allo stesso tempo, è giusto sottolineare come Jannik soffra i tennisti di personalità, quelli che fanno sentire la propria presenza agonistica. Fateci caso: gli ultimi a batterlo sono stati tutti giocatori di questo tipo: Medvedev, Rune, lo stesso Altmaier. Ma queste sono cose che si aggiustano con l’esperienza. Semmai – e questa è stata la principale autocritica di Sinner – dovrebbe pensare meno ai risultati, che mai come quest’anno sono diventati una priorità. «Abbiamo fissato l’obiettivo di qualificarci per le ATP Finals, quindi è inevitabile guardarli. In questi tornei cercavo grandi risultati, ma non sono arrivati. Forse non sono il tipo di ragazzo che deve caricarsi di aspettative. Nelle ultime settimane ho provato ad averne, e non ha funzionato. Vedremo in futuro».

Come a dire che, forse, Jannik proverà a togliersi di dosso qualche pressione extra. E magari i risultati torneranno. Ma tranquilli, non è questione di se”. È semplicemente questione di quando”. Stiamo parlando di un ragazzo di 21 anni che vive per il tennis e ha già ottenuto risultati che sembravano impensabili per un tennista italiano. Certo, manca ancora il botto”, il successo che lo consegni alla leggenda e lo conduca nella cultura pop, come un Alberto Tomba o un Valentino Rossi. Ma tutti gli indicatori fanno pensare che prima o poi ci arriverà. E sembra avere la testa giusta per non farsi travolgere da una popolarità globale. Per adesso gli manca qualcosa, ma non è nulla di davvero strutturale. Semplicemente sta mettendo insieme i pezzi del puzzle per diventare quello che in tanti si aspettano. Dopo anni di vacche magre, per favore, non facciamoci scoraggiare da un paio di incidenti di percorso.

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