13 Maggio 2024
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Salute

Ecopsicologia, quanto serve unirsi alla natura

Recuperare la connessione ancestrale con la natura selvatica aiuta ad alleviare lo stress della vita urbana e favorisce positività e pensiero creativo. L’ecopsicologia studia proprio questo. L’approfondimento.

Camminare in aperta campagna o in un bosco e sentire che la mente si apre e i pensieri iniziano a fluire liberamente, i muscoli si decontraggono e all’improvviso ci si sente più leggeri. È un’esperienza che è capitata un po’ a tutti, almeno una volta. L’ecopsicologia studia proprio questo, cioè la relazione tra il benessere delle persone e il loro rapporto con la natura. Si tratta di una disciplina ufficialmente nata negli anni ’90 in California, ma di fatto è una scienza antica: recupera la connessione ancestrale con la natura che è andata perdendosi con l’affermarsi dello stile di vita contemporaneo.
Il termine ecopsicologia descrive la relazione psicologica tra Uomo e natura, tra psicologia ed ecologia. Da questa interconnessione nasce una nuova prospettiva che permette una maggior comprensione di sé stessi e del mondo, che non va inteso come qualcosa di “altro”, ma come parte integrante del binomio corpo-mente. Noi stessi siamo parte della natura, e con essa abbiamo interagito nel corso di migliaia di anni di evoluzione. Ritornare alle origini, in un mondo distante da quello odierno in cui tecnologia e industrializzazione hanno preso il sopravvento, è altamente terapeutico.
A causa dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione è venuta meno la connessione con l’ambiente naturale, e questo ha generato malessere psichico. L’ecopsicologia favorisce la riconnessione con ciò che è stato rimosso o dimenticato a seguito della modernizzazione. L’applicazione di questa disciplina avviene prima di tutto in ambito psicologico, tramite il contatto diretto con la natura. Ma si pone anche a sostegno dell’educazione ambientale e studia il tipo di relazione che si innesca tra l’ambiente esterno, la sua rappresentazione interiore e il comportamento che ne deriva. A partire dalle conclusioni tratte vengono elaborate proposte educative e terapeutiche che favoriscano la riconnessione dell’Uomo con il mondo.
Gli effetti benefici che ha l’ecopsicologia sono molti. Innanzitutto, si abbassa il livello di stress e i disturbi ad esso collegati diminuiscono. I pensieri negativi via via si dissipano mentre la memoria e le capacità cognitive acquistano vigore. Il pensiero creativo risulta stimolato e sembra più facile elaborare progetti, prendere decisioni o magari superare una crisi. Camminare nella natura ha anche effetti positivi sul corpo: aiuta a scaricare le tensioni, allevia la stanchezza, consente di ossigenare meglio i tessuti.

«Più il bosco è selvatico e più crea in noi una risonanza» ha spiegato l’ecopsicologa Marcella Danon «In pratica le aree boschive che si sono sviluppate secondo il proprio ritmo ci mandano un messaggio di libertà che invita a esprimersi per come si è», ha aggiunto. Non è indispensabile, anche se consigliato, raggiungere remote foreste per avere effetti benefici: all’occorrenza può essere sufficiente un parco cittadino. Quello che conta è stare all’aperto, mettersi nella giusta disposizione d’animo e connettere i sensi con la natura.

 

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