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Germania, coalizione sui carboni dopo flop voto e avanzata destra

10.06.2024

Cancelliere smentisce voci di elezioni anticipate, ma l’alleanza trema

Roma, 10 giu. (askanews) – Elezioni anticipate escluse, si dice dai palazzi di Berlino, ma la coalizione semaforo al governo in Germania scricchiola dopo il deludente risultato elettorale alle europee che ha visto Verdi in caduta libera, Liberaldemocratici in calo di consensi e Socialdemocratici superati al secondo posto dall’estrema destra di AfD. Un quadro poco rassicurante per un’alleanza che ha faticato a trovare risposte a una serie di gravi problemi che il paese deve affrontare, da un’economia stagnante alla profonda disfunzione del suo sistema di asilo.

E anche se le elezioni non sono previste prima dell’autunno del 2025, le lotte interne all’alleanza su tutto, dalla guerra della Russia all’Ucraina al bilancio, hanno alimentato le voci di possibili crisi infiammate dalla vittoria del centrodestra CDU-CSU e dall’avanzata dell’ultradestra. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, però, parlando in una riunione del SPD è tornato ad escludere il voto anticipato.

A tirare per la giacca Scholz, in mattinata, anche il presidente della Baviera Markus Soder, rappresentante dell’Unione cristiano-sociale e leader dell’opposizione, che ha chiesto invece elezioni anticipate in Germania il prima possibile dopo il fallimento del Partito socialdemocratico alle elezioni del Parlamento europeo. Ma il portavoce di Scholz ha garantito che non accadrà quanto avvenuto in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha sciolto l’Assemblea nazionale e convocato gli elettori alle urne per il 30 giugno dopo la valanga del partito di Marine Le Pen.

Secondo i risultati preliminari, l’Unione cristiano-democratica e cristiano-sociale (CDU/CSU) ha vinto le elezioni del Parlamento europeo, ottenendo il 30% dei voti, seguita dall’estrema destra dell’Alternativa per la Germania (AfD) con il 16,2% dei voti. Il partito al governo tedesco ha preso solo il 13,9%. Sommando poi i dati degli altri partner di coalizione, Verdi e Libdem, il risultato di domenica suggerisce che solo il 30% circa dei tedeschi sostiene ancora l’alleanza e quindi per alcuni il governo ha perso la sua legittimità.

Ma i tre alleati temono che staccare la spina non farebbe altro che peggiorare la loro situazione e questo vale in particolare per il più piccolo dei tre membri della coalizione, il Partito Liberal-democratico, il cui leader Christian Lindner, che è anche ministro delle Finanze, è da mesi in disaccordo con i leader Verdi sulle priorità di spesa del governo, ma il suo misero 5% di ieri mette in discussione la sua stessa permanenza al potere. Se alle prossime elezioni del Bundestag dovesse scendere sotto il 5%, il partito verrebbe escluso.

Le elezioni di domenica sono state una prima volta anche per il voto degli elettori di 16 e 17 anni, che, secondo gli analisti avrebbero spinto la crescita dell’AfD, che nonostante gli scandali degli ultimi mesi ha guadagnato terreno.

Un’analisi della TV pubblica tedesca ZDF suggerisce che il sostegno alla destra è solido tra i giovani tedeschi, con circa il 17% degli elettori di età compresa tra i 16 e i 24 anni che vota per l’ala di destra radicale AfD, mentre un altro 17% sostiene i conservatori CDU-CSU. Anche i social media e TikTok – dove l’AfD ha raccolto migliaia di follower – hanno avuto un ruolo nell’avvicinare i giovani. Per altri analisti l’AfD rappresenta un voto di protesta per coloro che sono insoddisfatti dell’attuale governo.

Intanto, proprio l’Afd, forte del suo secondo posto, sta cercando di riprendere in Europarlamento il dialogo con i partiti del gruppo ID, da cui è stata espulsa dopo le dichiarazioni del suo candidato principale Maximilian Krah. Quest’ultimo, eletto come eurodeputato, non farà parte della delegazione AfD. Altro voto di protesta quello per il nuovo partito populista tedesco, Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), che combina politiche economiche di sinistra con visioni culturali di destra e arrivato sul panorama politico con un risultato previsto del 6,1%.

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