21 Novembre 2024
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Istruzione, Sicurezza

Gli anni delle nostre scuole

31.07.2024

Solo il 10% degli edifici scolastici in Italia è stato costruito dopo il 1997.  Molte hanno tra i 75 e i 30 anni. Oltre al pericolo sistematico di cedimenti e crolli, va considerata la questione della sicurezza e dell’accessibilità. Ma quanto la concezione di buone strutture può incidere sulla qualità dell’educazione? Le analisi.

Sono 56 i crolli che si sono verificati nelle scuole di tutto il Paese tra settembre 2023 e maggio 2024. E tra distacchi di intonaco, crolli di soffitti e controsoffitti, cedimenti, danni a pavimenti e finestre, lo scenario dipinto dal portale Cittadinanzattiva è decisamente preoccupante.

Sì, si potrebbe parlare anche di scarsa manutenzione, ma la domanda principale è: quanto sono vecchi gli edifici scolastici italiani?
Partiamo dal dato: secondo Openpolis, oltre la metà delle scuole sono state costruite tra il 1950 e il 1992. Ripercorrendo in breve la storia, una maggiore fioritura edilizia ha dunque corrisposto, inizialmente, alla ricostruzione politica e sociale del dopoguerra, con l’avvio dell’istruzione di massa. Punto di svolta, poi, il decreto del 1975, con il quale vengono stabilite le norme tecniche per le infrastrutture scolastiche. Ancora, negli anni Novanta furono introdotte importanti disposizioni come norme antincendio e il superamento delle barriere architettoniche. Da qui in poi, una brusca frenata.

Sempre secondo Openpolis, solo il 10% degli edifici è stato costruito dopo il 1997, e solo l’1% è di recentissima costruzione, tutti concentranti nelle zone più sismiche del Paese. Ma che cosa comportano infrastrutture così vecchie? Oltre al pericolo sistematico di cedimenti e crolli, da una parte c’è la questione sicurezza e accessibilità: quante scuole dispongono di uscite di emergenza a norma? Quante scuole hanno abbattuto effettivamente le barriere architettoniche? Quante scuole dispongono di servizi di accessibilità per persone con disabilità? Domande a cui è difficile rispondere, ma la nostra esperienza ci può suggerire in quale direzione andare.

Dall’altra, un altro punto di vista, altrettanto importante: come influisce la qualità dell’edilizia sulla qualità dell’educazione? In merito, un’ampia letteratura scientifica ha scandagliato sia aspetti psicologici che sociologici dell’importanza di strutture moderne e adeguate. Per esempio, gli spazi fisici influenzano direttamente i processi cognitivi: aule luminose e ben arredate favoriscono la concentrazione e la partecipazione attiva degli studenti, e spazi flessibili permettono di adattare l’ambiente alle diverse attività didattiche. Il che, rende l’apprendimento dinamico e coinvolgente.

Ancora, un’edilizia adeguata è fondamentale per garantire equità di opportunità a tutti gli studenti, a prescindere dallo sfondo socioeconomico. In altri termini, scuole ben attrezzate e accessibili consentono a tutti di avere le stesse possibilità di apprendimento. Dunque, nei prossimi anni sono attesi diffusi lavori grazie ai fondi del PNRR, che prevedono investimenti specifici per le infrastrutture scolastiche. E la speranza è quella che, oltre un rinnovo edilizio, ci siano poi le competenze per un rinnovo anche culturale.

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