Greta Thunberg ha lasciato il comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta a Gaza. L’attivista svedese, che resta a bordo della nave, si è trasferita dalla ‘Family’, l’imbarcazione che ospita il comitato organizzativo, alla nave ‘Alma’.
La notizia, riportata inizialmente da un inviato de Il Manifesto, ha generato diverse interpretazioni sulle motivazioni della sua decisione. Come evidenzia il quotidiano, sul sito ufficiale della missione il nome di Greta Thunberg è scomparso dalla lista dei membri del direttivo.
Le divergenze sarebbero legate “a una comunicazione troppo incentrata sulle vicende interne della flottiglia e non abbastanza sul genocidio in Palestina”. A sostegno di questa tesi, si cita anche l’abbandono di Yusuf Omar, un influencer e giornalista, per “ragioni di strategia comunicativa”.
Le diverse versioni dei fatti
In una dichiarazione rilasciata a Il Manifesto, Thunberg ha affermato di credere “profondamente nell’obiettivo di questa missione” e ha spiegato: “Tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante”.
L’attivista Tony La Piccirella, a bordo della stessa flottiglia, ha fornito una versione differente all’Adnkronos. Ha negato che la Thunberg abbia abbandonato la missione per motivi legati alla comunicazione o alla sicurezza. “Greta non si è espressa sulle motivazioni della sua decisione e, quindi, penso che non abbia interesse a dare spazio a queste voci”, ha dichiarato. Ha aggiunto che la Thunberg “non ha abbandonato la missione. Anzi, continua a dire che la supporta e, infatti, sta ancora partecipando”.
Piccirella ha criticato l’articolo che ha fatto circolare la notizia, definendo le frasi “estrapolate” e volte a “destabilizzare l’opinione pubblica”. Ha infine concluso che in un contesto così complesso e stressante, è normale che alcune persone decidano di lasciare o unirsi.