5 Giugno 2025
/ 3.06.2025

Hai paura del clima? Pensa al frigorifero

Se dall’ansia si passa all’azione ci si sente meglio. E buttare il cibo dà fastidio a tutti

Sei italiani su dieci si sentono più ottimisti sul futuro del Pianeta quando adottano comportamenti concreti per ridurre lo spreco alimentare. E non è un paradosso: è il risultato di un rapporto tra paura e azione, tra ansia ambientale e gesti quotidiani. Un filo diretto che unisce il frigorifero di casa al cambiamento climatico.

A rivelarlo è la nuova indagine dell’Osservatorio Waste Watcher International, presentata in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno. Il titolo dell’indagine è eloquente: “Rapporto tra eco-ansia, abitudini alimentari e spreco domestico”. E racconta come l’inquietudine crescente per lo stato del Pianeta possa trasformarsi in abitudine virtuosa.

Dalla preoccupazione all’azione

La sensazione che il mondo stia andando a rotoli è più diffusa di quanto si pensi. L’eco-ansia, definita come timore cronico del disastro ambientale, colpisce fasce sempre più ampie della popolazione. Ma c’è una notizia buona: invece di paralizzare, questa ansia può attivare. Secondo l’indagine, il 53% degli italiani è “d’accordo” e il 26% “molto d’accordo” con l’affermazione “cerco di non sprecare cibo a causa delle preoccupazioni legate al cambiamento climatico”. In totale, il 79% dei cittadini italiani trasformano il disagio emotivo in comportamento concreto. Una forma di resilienza domestica che parte dalla dispensa.

E non solo per senso del dovere: per molti evitare di buttare via il cibo genera un benessere emotivo. Il 61% degli intervistati afferma che queste azioni rendono più ottimisti riguardo al futuro, mentre il 13% lo dichiara con forza. È una speranza che nasce in cucina.

La qualità prima del gusto e del prezzo

Un altro dato forte emerge dall’indagine: per il 93% degli italiani, la priorità assoluta nella scelta alimentare è che il cibo sia sicuro. A seguire viene la salubrità (92%). Il gusto? Il prezzo? Vengono dopo. Un cambio di paradigma netto, dove la qualità percepita si intreccia con la preoccupazione per la salute e per l’ambiente. Come spiegano i curatori dello studio, i professori Matteo Vittuari ed Elena Tomba dell’Università di Bologna, “la sicurezza e la salubrità del cibo non sono slogan, ma condizioni imprescindibili. Lo spreco va letto in un’ottica più ampia, dove salute umana e salute dell’ecosistema sono collegate”.

Ricette antispreco e strumenti digitali

Il cambiamento parte anche dallo smartphone. Il 49% degli italiani usa regolarmente siti e social per trovare ricette salva-avanzi, mentre solo l’8% non lo fa mai. Video, tutorial, community digitali: l’anti-spreco è anche una tendenza social, alimentata da contenuti che si incollano alla realtà quotidiana e parlano la lingua del “qui e ora”. È la dimostrazione che la sostenibilità, quando è accessibile e pratica, può fare breccia nelle abitudini più consolidate.

L’eco-ansia, finora considerata un freno, in questa indagine si rivela leva motivazionale. Spinge le persone a organizzare meglio la spesa, a cucinare con più attenzione, a conservare con più criterio. Non è solo una reazione emotiva, ma una forma di intelligenza adattativa. Andrea Segrè, direttore scientifico dell’Osservatorio, sottolinea che “da queste preoccupazioni può nascere un circolo virtuoso di comportamenti concreti”. E aggiunge che il report completo offrirà strumenti utili a famiglie e comunità per affrontare in modo strutturato la lotta allo spreco.

Dalla cucina alla collettività

L’indagine fa parte del progetto OnFoods, sostenuto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e apre scenari interessanti per le politiche pubbliche e le campagne di comunicazione. Lavorare sul fronte emotivo, raccontare storie di successo domestico, far sentire i cittadini parte di una comunità attiva, può generare fiducia e voglia di agire.

Se cucinare con attenzione può alleggerire la coscienza ambientale e rendere più sereni, allora ogni avanzo salvato, ogni pasto recuperato, ogni vasetto non buttato sono un piccolo atto di fiducia nel futuro.

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