16 Aprile 2025
/ 14.04.2025

I danni alla natura ci costano 5.000 miliardi di dollari all’anno

I servizi ecosistemici, quelli cioè offerti gratuitamente dalla natura, hanno anche un valore economico enorme. Secondo un report valgono oltre 150.000 miliardi di dollari l’anno, quasi il doppio del Pil mondiale

L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che ci nutre: la nostra vita dipende da ciò che la natura offre, gratuitamente. Questi beni, chiamati servizi ecosistemici, hanno però anche un valore economico enorme: secondo un report di Boston Consulting Group (BCG) e Quantis, valgono oltre 150.000 miliardi di dollari l’anno, quasi il doppio del Pil mondiale. Ma ogni anno ne perdiamo una parte importante, con danni stimati in 5.000 miliardi di dollari, pari al 6% del Pil globale.

Nel mirino del report, intitolato A Value-Driven Approach to Nature-Based Infrastructure, c’è un settore cruciale: quello delle infrastrutture. Ponti, strade, dighe, canali: tutte opere che, se non progettate con attenzione, sono tra i principali responsabili della perdita di biodiversità. Si stima che oltre un quarto della biodiversità persa per mano dell’uomo sia legato proprio a questo comparto.

La buona notizia? Le soluzioni esistono, e sono sempre più appetibili anche dal punto di vista economico. Si chiamano Nature-based Solutions (NbS): infrastrutture che imitano o valorizzano i processi naturali, come la rigenerazione di foreste, zone umide o barriere coralline. “Stiamo osservando una crescita dell’interesse verso queste soluzioni – spiega Fabio Favorido, Associate Director di BCG – grazie ai ritorni positivi e alla riduzione dei rischi legati alla perdita di biodiversità”.

Il report stima che il mercato delle NbS potrà attrarre 1.200 miliardi di dollari l’anno di capitali privati, generando ritorni fino a 250 milioni di dollari per istituzione finanziaria. In parallelo, si stanno sviluppando modelli ibridi, che uniscono le infrastrutture tradizionali (argini, canali) con elementi naturali, per garantire efficienza ingegneristica e benefici ecologici.

Tuttavia, lo scenario attuale resta frammentato. Solo il 30% delle aziende ha adottato iniziative NbS, mentre l’80% si concentra solo sulla riduzione dell’impatto ambientale, attraverso misure come l’efficienza energetica o il taglio delle emissioni. Ancora pochi, quindi, guardano alla rigenerazione ecologica come chiave di sviluppo.

Per i due centri di ricerca, è il momento di fare un salto di qualità: passare dalla “mitigazione del danno” al ripristino attivo della natura, integrando le esigenze ambientali con quelle economiche. Un cambiamento che non è solo necessario, ma anche conveniente.

CONDIVIDI

Continua a leggere