16 Maggio 2024
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Cultura, Spazio

I fiumi di Dante diventano stella e pianeta

16.03.2024

Immagine artistica di un esopianeta.

L’antichità terrestre si proietta fuori dall’orbita. Flegetonte e Lete, i due fiumi ripresi da Dante nella Divina Commedia, danno origine al nome del minuscolo e remoto sistema planetario nella costellazione della Vergine, assegnato proprio all’Italia nell’ambito del concorso mondiale NameExoWorlds.

Chissà se Dante abbia mai immaginato di oltrepassare i confini dell’Universo dando il nome a un piccolo Sistema solare sperduto negli angoli più remoti della galassia. Sta di fatto che ora, un Sistema planetario composto da un astro e un pianeta, definiti con la fredda sigla HD 102195, ha cambiato generalità proprio in onore del sommo poeta. Flegetonte la stella, Lete il pianeta. Sono questi i nomi scelti per una nana arancione, distante circa 95 anni luce dalla Terra, e il suo pianeta grande circa la metà del nostro Giove. Il minuscolo e remoto sistema planetario nella costellazione della Vergine era stato assegnato proprio all’Italia nell’ambito del concorso mondiale NameExoWorlds, la competizione indetta dall’Unione astronomica internazionale (IAU), nel suo centesimo anniversario, per dare un nome a un pianeta extrasolare e alla sua stella.

Al concorso avevano partecipato 110 nazioni e ad ognuna era stato dato, come nel caso del nostro Paese, un sistema stellare che fino a quel momento era contrassegnato da sigla e numeri. Per l’Italia aveva vinto l’idea di uno studente marchigiano, Elia Ceci. Vi avevano preso parte singoli, gruppi, classi e intere scuola. Le regole della IAU erano molto semplici: i nomi proposti dovevano essere due ed entrambi legati dallo stesso tema: uno per l’esopianeta ed uno per la stella. Per l’Italia, dunque, Flegetonte (presente nell’Inferno) e Lete (citato nel Purgatorio), due fiumi ripresi da Dante nella Divina Commedia. Il primo è il corso d’acqua di fuoco scelto per la stella in quanto, nell’immaginario comune, esse vengono assimilate a grandi palle di fuoco, mentre il secondo è il rigagnolo dell’oblio composto da nebbie scelto per il pianeta, in quanto ricorda la sua composizione gassosa. Dall’Italia arrivarono anche altre proposte come Aureus-Denarius e Pulcinella-Arlecchino, ma furono scartate. Al concorso avevano aderito quasi 800 mila persone con le proposte più disparate. A ogni Paese un Sistema planetario. Alla Nuova Zelanda, ad esempio, era toccato il pianeta HD 137388A intorno alla stella HD 137388 della costellazione australe dell’Uccello del Paradiso, ribattezzati in lingua Maori con Karaka (la stella) e Kererù (il pianeta).

Per gli Stati Uniti il sistema HD 17156 (Cassiopea) ridefinito con appellativi di una comunità dell’Alaska: Nushagak (stella) e Mulchatna (pianeta). All’Irlanda il pianeta Hat-P-36b in orbita attorno alla stella Hat-P-36 (costellazione dei Cani da Caccia), rinominati con i nomi di due cani mitologici: Bran il pianeta e Tuiren la stella. La Giordania, invece, aveva scelto i nomi di antiche città e aree protette nel sud del paese: Wadirum l’esopianeta Wasp-80b e Petra la sua stella, nella costellazione dell’Aquila. Come per l’Italia, anche la Spagna aveva avuto sul podio una poetessa: Rosalia de Castro era diventata il nome della stella, Rio Sar il pianeta. Scrittori proiettati fuori dall’orbita. Per Dante, poi, una soddisfazione del tutto particolare. Perchè si sa, è “…L’amor che muove il Sole e altre stelle”.

Credito fotografico: ESO

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