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Scienza e tecnologia

I ghiacciai si sciolgono. Se i virus vissuti dai nostri antenati si risvegliano, l’ecosistema sarà pronto a difendersi?

10.08.2023

"Bulus", un ghiacciaio distante 100 km da Yakutsk.

I ghiacciai nascondono mondi antichi di cui non sappiamo nulla. Si chiama Permafrost la miscela che rimane dai ghiacci sparsi su tutto il pianeta. Il caldo anomalo può provocare processi metabolici e dare vita a microorganismi dormienti al suo interno.

Esistono aspetti del riscaldamento climatico che non sempre vengono tenuti in considerazione, ma che spaventano la scienza allo stesso modo dei più noti allarmi su siccità o innalzamento degli oceani. Ciò di cui si parla meno, infatti, è lo scioglimento dei ghiacci che potrebbe avere anche altre conseguenze potenzialmente nefaste per l’uomo e non solo. Come ha verificato uno studio curato da diversi importanti atenei, tra cui la Emory University di Atlanta negli USA e l’Università di Helsinki, il fenomeno potrebbe scatenare alcune malattie ancora ignote e con cui per millenni (o addirittura milioni di anni) il nostro Pianeta non ha dovuto fare i conti.
La ricerca, pubblicata sull’autorevole Plos Computational Biology, circoscrive il problema al Permafrost. Quest’ultimo è costituito da un miscuglio di terreno, ghiaia e sabbia che il ghiaccio tiene uniti “intrappola”, non solo impedendo a questa materia di disperdersi nell’ambiente circostante, ma soprattutto, prevenendo che possa rilasciare le componenti chimiche e biologiche trattenute al suo interno.

Da qui nasce la preoccupazione della scienza. Plos Computational Biology riporta di simulazioni secondo cui il Permafrost potrebbe contenere anche agenti patogeni, di cui l’1% rappresenta una potenziale minaccia sia per l’uomo che più in generale per l’ambiente. E questa miscela, insieme al ghiaccio che la tiene unita, si sta sciogliendo in maniera importante in zone del mondo più estese di quanto si creda. Oltre alle aree artiche e ai due Poli, infatti, il fenomeno è riscontrabile in Groenlandia, Alaska, Cina settentrionale, Russia e addirittura parte del Nord e dell’Est Europa.
Lo scioglimento, quindi, non tanto del ghiaccio quanto del Permafrost, rischia di liberare e diffondere sulla Terra un numero imprecisato di virus e batteri che si sono formati nell’antichità e che sono rimasti intrappolati nelle regioni più gelide della Terra per migliaia, se non milioni di anni. Ma, pur in condizioni estreme per qualsiasi altra forma di vita, questi agenti patogeni sono sopravvissuti per tutto questo lasso di tempo.

Il caldo anomalo può dare vita a processi metabolici che possono riattivare questi microorganismi che credevamo dormienti (e soprattutto non minacciosi). Ma il vero allarme deriva dal fatto che non sappiamo se i nostri ecosistemi siano in grado di difendersi. Del resto, né l’uomo né l’ambiente hanno mai dovuto affrontarli, quindi la risposta delle nostre difese immunitarie è tutta da dimostrare. Si parla di effetti potenzialmente imprevedibili, come l’estinzione di circa un terzo delle specie simili ai batteri o l’aumento della loro diversità fino al 12%.
«Quando agenti patogeni convivono da lungo tempo con comunità batteriche, umane o animali, avviene una co-evoluzione di tutte queste componenti. Pertanto, i rischi per gli ecosistemi diminuiscono. Se il patogeno, invece, “viaggia nel tempo”, allora si potrebbero affacciare nuovi ignoti elementi di rischio», ha spiegato a LiveScience il professor Giovanni Strona, che lavora all’European Commission Joint Research Centre ed è coautore dello studio.

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