È facile immaginare la scena: William Goldman è davanti alla macchina da scrivere. Sta prendendo forma il suo ultimo romanzo, “Il maratoneta”. È arrivato al punto in cui il protagonista della storia viene torturato. Cosa inventarsi? Cosa fa davvero paura a tutti? Cosa popola gli incubi più intimi? Semplice: la sedia del dentista. Dopo il libro ci fu il film, nel 1976. Con scena della tortura annessa. Nella versione originale della pellicola, la sequenza della “tortura” subita da Dustin Hoffman durava molto di più ma la reazione del pubblico all’anteprima convinse il regista a tagliarne gran parte.
D’altronde la fifa per il dentista – che si chiama ufficialmente odontofobia – solo in Italia riguarda circa il 20% della popolazione, prova invece una generica ansia davanti alle cure odontoiatriche oltre il 60% degli italiani. Questa paura è spesso legata a motivi specifici come il timore del dolore, del rumore del trapano e dell’ansia generale provata di fronte alla poltrona.
Pet smile
Se hanno paura gli adulti, figuriamoci i bambini. Ma almeno per loro le cose potrebbero cambiare. Ad esempio succede a Palermo dove è stato attivato il progetto P.e.t. smile – Psychological Emotional Therapy Smile in cui i cani “accompagnano” i bimbi dal dentista: un modo per rendere l’esperienza più serena. Per tre mesi, due cani certificati – un Golden Retriever e un Australian Shepherd – affiancheranno i piccoli pazienti durante l’attesa e, in casi selezionati, anche durante la seduta odontoiatrica.
L’ambiente dello studio è stato verificato e dichiarato idoneo da un medico veterinario che ha certificato la sicurezza di spazi, animali e operatori coinvolti. A inaugurare il progetto è stata Silvia, una bambina che ha affrontato con tranquillità l’estrazione di due dentini, accanto a lei – a rassicurarla – un pastore australiano addestrato. La pet therapy può trasformare una visita dal dentista da un’esperienza temuta a un momento piacevole. I pazienti, soprattutto i bambini e i pazienti fragili, possono essere più motivati a partecipare a visite regolari.
Oltre ai bambini a cui è rivolto l’esperimento di Palermo, ci sono i pazienti che, a causa di deficit psichici o fisici, sperimentano emozioni negative in uno studio dentistico. Diventa per loro difficile la comprensione anche di semplici operazioni legate alla salute della bocca. La sinergia tra pazienti speciali, come quelli affetti da autismo ad esempio, e l’effetto della pet therapy rappresenta un’innovazione significativa nella gestione delle cure dentali.
Gli effetti benefici
Insomma tanti i buoni motivi per sperare nel successo del progetto. Anche se c’è poco da dubitare. I risultati della pet therapy sono ormai consolidati: produce effetti benefici sul corpo e sulla mente riducendo l’ansia e lo stress attraverso una serie di cambiamenti fisiologici. E cioè abbassa i livelli di cortisolo e acetilcolina, diminuisce la pressione sanguigna e il battito cardiaco, aumenta i livelli di endorfine, serotonina e dopamina migliorando così il benessere generale. Risultati che si ottengono ovviamente quando c’è una terapia in corso ma anche – lo sanno tutti i proprietari di animali da compagnia – con pet “inconsapevoli” che giracchiano per casa: è il loro super potere, ci aiutano a vivere meglio. E a non temere il dentista.
