04.11.2024
“Chi dorme non piglia pesci”, recita un famoso detto. Ma chi dorme poco (o male) invecchia prima. Il cattivo sonno provoca un peggioramento delle condizioni del cervello, che nei soggetti di mezza età risulta più vecchio di circa 3 anni rispetto all’età anagrafica. I test durati oltre 15 anni hanno coinvolto 589 partecipanti.
Spesso l’importanza del riposo notturno viene sottovalutata. Nella percezione comune, il sonno si associa all’ozio o alla pigrizia, trascurando il fatto che sia necessario per ricaricare il cervello e, a quanto pare, anche per mantenerlo giovane. La ricerca Uno studio pubblicato su Neurology ha svelato che non c’è niente di meglio che dormire bene per ritardare l’invecchiamento cerebrale. Già dopo i 40 anni, secondo quanto evinto dai ricercatori, il cattivo sonno provoca un peggioramento delle condizioni del cervello, che nei soggetti di mezza età risulta più vecchio di circa 3 anni rispetto all’età anagrafica.
I test, portati avanti da Clémence Cavaillès dell’Università della California di San Francisco, sono durati oltre 15 anni e hanno coinvolto 589 partecipanti. Per prima cosa sono stati stabiliti i parametri che definiscono il sonno problematico. Le caratteristiche sono: breve durata, scarsa qualità, difficoltà ad addormentarsi, difficoltà a mantenere il sonno, risvegli mattutini anticipati e sonnolenza diurna. I partecipanti, che al momento dell’inizio della ricerca avevano un’età media di 40 anni, sono stati chiamati a rispondere alle domande di un questionario, che sono state poi riproposte loro 5 anni dopo. Passati altri 10 anni, sono state effettuate le scansioni cerebrali e le persone sottoposte ai test sono state suddivise in tre gruppi: quelle con sonno sano (con nessuna o al massimo una caratteristica del sonno problematico), gruppo medio (due o tre caratteristiche), scarsa qualità del sonno (tre o più caratteristiche). I ricercatori hanno quindi esaminato i risultati, avvalendosi anche dell’ausilio dell’intelligenza artificiale per stabilire l’età cerebrale delle persone esaminate.
Quello che è emerso è che gli appartenenti al secondo gruppo avevano un’età cerebrale media (la cui valutazione si basa sul grado di riduzione del volume cerebrale) superiore di 1,6 anni rispetto a quella degli appartenenti al gruppo con pochi problemi, mentre coloro che facevano parte del gruppo con più disturbi del sonno avevano un’età cerebrale media di 2,6 anni maggiore. Il cervello più invecchiato si riscontra soprattutto nei soggetti che hanno difficoltà ad addormentarsi e se i risvegli sono notturni o anticipati, a maggior ragione se queste caratteristiche si riscontrano con frequenza e costanza nell’arco di cinque anni.
I risultati così ottenuti si aggiungono ad altre scoperte già fatte in passato, che collegavano la cattiva qualità del sonno ad altri problemi neurologici nelle persone più avanti con l’età: in particolare una ridotta capacità di ragionamento e memoria e un rischio maggiore di demenza. La ricerca pubblicata su Neurology conferma che il processo si innesca già dalla mezza età, con un invecchiamento cerebrale precoce. «Chi dorme non piglia pesci», recita un famoso detto. Ma chi dorme poco (o male) invecchia prima.