25 Aprile 2025
/ 25.01.2025

Il Papa ai giornalisti: “Disarmiamo la comunicazione, servono speranza e responsabilità”

Papa Francesco invita i media a cambiare rotta: meno aggressività, meno manipolazione, più attenzione alla verità e alla dignità umana. Nel mondo della polarizzazione e della disinformazione, il Pontefice chiede un’informazione che unisca, non che divida.

Le parole possono essere armi. E oggi, più che mai, vengono usate per ferire, per distorcere, per alimentare rabbia e paura. Lo sa bene Papa Francesco, che nel messaggio per la 59ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali lancia un appello chiaro: serve una comunicazione che crei speranza, non conflitto.

“Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione”, ammonisce il Pontefice. La sua denuncia è diretta: dai talk show infuocati alle guerre verbali sui social, dai titoli sensazionalistici alla diffusione di fake news, il mondo dell’informazione è sempre più dominato dall’aggressività. “La parola viene usata come una lama”, sottolinea Francesco, accusando certi media di alimentare tensioni e semplificare la realtà fino a distorcerla.

Ma la critica non si ferma ai contenuti. Il Papa punta il dito anche contro la cosiddetta “dispersione programmata dell’attenzione”, ossia il modo in cui i sistemi digitali ci profilano e ci indirizzano verso certi contenuti, modificando la nostra percezione della realtà. Un meccanismo pericoloso, che porta le persone a credere solo a ciò che conferma le proprie idee, chiudendosi in bolle di consenso e contrapposizione.

Il rimedio? Una comunicazione mite, attenta, vicina alle persone. “Sogno una comunicazione che sia capace di parlare al cuore – spiega il Papa – di generare empatia, di raccontare storie di speranza anche nelle situazioni più difficili”. Perché, ricorda Francesco, la parola può anche guarire, costruire ponti, ridare fiducia.

Nel suo messaggio, il Pontefice invita i giornalisti a riscoprire il loro ruolo di “compagni di strada” delle persone, cercando la verità con responsabilità e rispetto. “Non possiamo arrenderci alla logica della divisione”, dice, spronando i media a diffondere una cultura del dialogo.

Un appello forte, in un’epoca in cui le parole sembrano sempre più usate come armi. Eppure, come ricorda il Papa, proprio attraverso le parole si può ancora costruire un mondo più giusto e umano.

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