01.12.2024
Da meno di un minuto fino a 5 minuti, il tempo reale che impiegano alcune multinazionali per realizzare 1 milione di dollari americani è impressionante. Il risultato di una verifica supportata dall’intelligenza artificiale sulle giganti multinazionali conferma la supremazia delle petrolifere. In cima Aramco dell’Arabia Saudita. Lo speciale.
Il tempo è denaro: lo pensa l’imprenditore milanese fermo al semaforo insieme agli altri disperati in coda in quella metropoli che a tanti sembra “the place to be”. Lo pensa in un minuto, più o meno il tempo d’attesa (quando gli va bene) per scattare al verde. Ma vi siete mai chiesti quanto tempo impieghino i colossi globali del commercio e della tecnologia per fare un milione di dollari? Più o meno un minuto, appunto. E preparatevi a numeri sorprendenti.
Un punto fermo: non dobbiamo pensare al Deposito dove Paperon de Paperoni faceva le nuotatine nella sua montagna di dollari accumulati dai tempi mitici delle miniere del Klondike. La realtà di multinazionali come Tesla, Microsoft, Google, Saudi Aramco, Apple, Amazon et cetera è diversa. Queste aziende gestiscono flussi finanziari che sembrano sfidare il (nostro) buon senso comune e operano su scale straordinarie: i loro guadagni pertanto non devono farci pensare agli addebiti sui conti corrente di noi comuni mortali, perché sono variabili dipendenti dalle fluttuazioni dei relativi titoli sul mercato azionario.
Esempio: secondo Forbes, la Bibbia del capitalismo USA, Elon Musk ha registrato mercoledì 6 novembre, il giorno dopo le presidenziali che hanno visto Trump vincitore, un aumento di quasi 21 miliardi di dollari del suo patrimonio netto, portandolo a 285,6 miliardi (LINK). Cosa significa? Significa che i guadagni del papà di Tesla e Space X e Starlink sono vincolati all’andamento delle azioni delle sue aziende, che possono salire e scendere in maniera vertiginosa a seconda di circostanze in parte prevedibili, ma in gran parte no. Nel 2023 il fatturato di Tesla era di 96,773 miliardi di dollari (LINK), il che significa grosso modo che per guadagnare un milione di dollari ci metteva circa 5 minuti, ma poteva anche perderlo nei 5 minuti successivi.
Ad ogni modo, il tempo impiegato dalle più grandi multinazionali per guadagnare un milione di dollari dipende dai loro ricavi annuali (per questa ragione si analizza sempre l’anno precedente a quello in corso), dalla scala delle loro operazioni e dal settore in cui operano: è pertanto difficile quantificare il guadagno in un minuto (secondo più, secondo meno) di Mister Tesla, Mister Amazon e tutti gli altri Paperoni delle multinazionali, perché la stima dipende da quelle variabili che sono tutt’altro che fisse.
Giganti del petrolio, che hanno ricavi annuali altissimi, come Saudi Aramco per esempio (2023 LINK), guadagnano un milione di dollari più in fretta (poco più di un minuto) grazie ai loro enormi ricavi dalle vendite di energia e dalla domanda globale sempre elevata di idrocarburi, nonostante la sterzata green che la UE vuole imporre a tutti i costi (anzi “whatever it takes
Viceversa, aziende con ricavi più bassi, ma comunque di alto livello, come Tesla, impiegano qualcosina di più, ma sempre in un minutaggio paragonabile al tempo trascorso dall’imprenditore al semaforo da cui siamo partiti.
I giganti della tecnologia come Apple, forte di margini operativi altissimi, incassa un milione di dollari in circa un minuto e mezzo e Google (Alphabet), con il suo impero pubblicitario e le entrate da servizi come YouTube, si avvicina a risultati simili, dimostrando quanto la digitalizzazione del mondo moderno sia un business incredibilmente redditizio.
Jeff Bezos (Amazon), pur operando con margini più sottili rispetto ai colossi tech tradizionali, compensa con volumi di vendita astronomici: anche al gigante dell’e-commerce basta grosso modo quel minuto per accumulare un milione di dollari. Bill Gates (Microsoft) ci mette solo un po’ di più: ben due minuti!
All’incirca come Samsung e Xiaomi, che dimostrano come i “mostri” dell’elettronica possano combinare innovazione e grandi numeri per ottenere risultati simili, anche se operano in un settore con margini più bassi rispetto al tech puro.
Per aziende come Shell e Bank of America il tempo per guadagnare un milione di dollari è leggermente più lungo (Bank of America è un bradipo rispetto a Google o Apple, le ci vogliono ben tre minuti per arrivare a 1 milione di dollari), ma comunque straordinariamente rapido. La prima, nel settore petrolifero, è influenzata dalla volatilità dei prezzi del greggio, mentre la seconda beneficia della crescita costante del settore finanziario e dell’efficienza operativa.
E il settore retail? Anche qui tante sorprese ma fino a un certo punto, vista la nomea del colosso: Walmart, il re mondiale del commercio al dettaglio, ha una strategia basata su prezzi bassi e volumi enormi. Questo modello consente di raggiungere il traguardo del milione in meno di un minuto, un dato straordinario per un’azienda retail.
Ma siccome operiamo ormai nell’era della tecnologia ed essendo i dati fin qui elencati assai volatili per le regioni che abbiamo esaminato poco fa, ci siamo chiesti che tipo di risultato avrebbe prodotto l’Intelligenza Artificiale alla domanda su quanto tempo impieghino le big tech e i giganti petroliferi a guadagnare un milione di dollari. Abbiamo posto all’AI la stessa domanda per ciascun gruppo delle aziende qui elencate e i risultati, grosso modo, non si discostano troppo dal lavoro “vecchia scuola” che abbiamo condotto consultando e confrontando le varie fonti e senza consultare l’AI. Nel dettaglio, alla domanda “Quanto tempo impiegano le aziende big tech a guadagnare un milione di dollari?” (e ripetendo la stessa domanda con le altre aziende menzionate), i risultati finali sono stati sorprendentemente precisissimi e ci hanno fatto sorgere qualche domanda.
Intanto ecco i risultati dell’Intelligenza artificiale:
Apple, circa 1 minuto e 20 secondi
Amazon, circa 1 minuto
Alphabet (Google), circa 1 minuto e 37 secondi
Microsoft, circa 2 minuti
Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp), circa 4 minuti
Saudi Aramco, 52 secondi
Shell, 1 minuto e 22 secondi
Tesla, circa 5 minuti e 16 secondi
Amazon, 1 minuto
Samsung, circa 2 minuti e 11 secondi
Xiaomi, circa 10 minuti e 31 secondi
Walmart, circa 52 secondi
Ma cosa significano questi numeri? Al di là del contenuto informativo, essi sono la cartina di tornasole dell’enorme concentrazione di risorse e potere economico nelle mani di pochi. Le multinazionali gestiscono flussi finanziari paragonabili ai PIL di interi Stati, con ovvie implicazioni profonde per la geopolitica e l’economia globale. Non solo: questa straordinaria capacità di generare ricchezza solleva interrogativi sulle disparità economiche e sul ruolo delle aziende nel redistribuire il valore (o, per altri punti di vista politici, nel creare ricchezza).
In un mondo in cui alcune aziende guadagnano un milione di dollari in un sospiro, è evidente che la politica dovrebbe interrogarsi sulla responsabilità sociale delle imprese e sul modo in cui i relativi profitti possano contribuire a un presente migliore per tutti e non solo per i loro azionisti.
È ovvio che una simile impostazione spaventerebbe gli investitori internazionali, basti pensare alla proposta di tassare gli extraprofitti delle banche avanzata tempo fa dal governo italiano: ma un’alternativa che non spaventasse nessuno, la politica, o meglio la cultura politica, dovrebbe saperla trovare, magari facendo balenare agli occhi di qualcuno dei suddetti potenti la possibilità di diventare stakeholders in campo sociale e culturale, senza dover per forza affrontare il babau della tassazione sugli extraprofitti.