05.06.2024
Troppi i rifiuti abbandonati sulle spiagge italiane. Mozziconi, stoviglie usa e getta e pezzi di plastica di ogni genere. Si contano 705 rifiuti abbandonati ogni 100 metri lineari. Materiali che diventano microparticelle e nanoparticelle e finiscono per entrare nella catena alimentare di tutti gli esseri viventi, oltre a danneggiare l’ecosistema,
L’estate si avvicina e ormai manca poco al momento in cui, «con le pinne, il fucile e gli occhiali», come recita la famosa canzone, saremo pronti ad andare al mare. Che bello sarebbe se quest’anno si trovassero l’arenile e l’acqua puliti e privi di rifiuti. E invece no, secondo il report di Legambiente anche questa estate dovremo rassegnarci a spiagge invase da mozziconi, stoviglie usa e getta e pezzi di plastica di ogni tipo.
Per redigere il report, Legambiente ha tenuto d’occhio 33 spiagge in 12 Regioni italiane: un totale 179mila metri quadrati di costa monitorata. I rifiuti raccolti sono stati 23.259, che significa una media di 705 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Non è poco, anche se rispetto agli anni precedenti si nota un miglioramento generale.
Tra i materiali abbandonati sulle spiagge, quello in cui ci si imbatte più spesso è la plastica, di cui sono fatti ben il 79,7% degli oggetti rinvenuti. Anche il vetro, la ceramica, il metallo, la gomma, il legno, i tessuti e la carta sono disseminati un po’ ovunque. Tra i rifiuti che invadono le coste italiane i più diffusi sono i mozziconi di sigaretta, che coprono ben il 14,4% del totale. Seguono i pezzi di plastica di vario genere e i tappi, rispettivamente 9,4% e 6,7% i materiali da costruzione (5,5% dei residui raccolti) e le stoviglie usa e getta (una fetta del 4,2%).
Stupisce il dato sugli oggetti di plastica monouso che, nonostante siano stati banditi da una direttiva dell’Unione Europea in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022, vengono raccolti fin troppo frequentemente sulle spiagge e rappresentano più della metà del totale. A preoccupare è soprattutto il fatto che il dato negli ultimi 10 anni e a dispetto i provvedimenti presi, non ha subito variazioni significative.
Il problema dei rifiuti che invadono le spiagge e che, va detto, non è solo italiano, provoca danni a lungo termine all’ambiente ma anche alla salute delle persone. Innanzitutto i vari materiali ci mettono tempo, a volte parecchio, prima di degradarsi:
si va dai pochi mesi di un fazzolettino di carta a un periodo compreso tra 1 e 3 anni per i mozziconi, fino ai 200 anni per le pile, 450 per le bottiglie in plastica e 600 anni per le reti da pesca.
Questi materiali non svaniscono nel nulla, ma si trasformano in frammenti piccolissimi: microparticelle e nanoparticelle che finiscono per entrare nella catena alimentare e quindi vengono anche ingerite dall’uomo.
Ogni anno nelle località balneari si organizzano giornate ed eventi dedicati alla pulizia delle spiagge e alla raccolta dei rifiuti in cui un gruppo di volontari, armati di sacchetti e buona volontà, batte a tappeto gli arenili. Sono attività importanti e sicuramente utili, ma purtroppo insufficienti. Sarebbe importante che ognuno si impegnasse a non lasciare tracce del proprio passaggio in riva al mare portando con sé qualche contenitore in cui raccogliere le cose da buttare e, se non ci sono cestini disponibili nelle vicinanze, gettarli correttamente una volta rientrati a casa.