16 Maggio 2024
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Musica

Il vinile fa la voce grossa contro la digitalizzazione

08.04.2024

La sorpresa è avvenuto nel 2022, confermandosi poi nel 2023. Ritorna la voglia di vedere un vinile che gira mentre emana nell’aria quel suo suono particolare. L’inversione di tendenza mette in discussione l’intelligenza generativa.

Uno dei mercati più coinvolti e interessati dal prepotente sviluppo della tecnologia, e in particolare dell’intelligenza artificiale, è sicuramente quello della musica. Tanto si sta discutendo delle possibilità già concrete e quelle al momento solo potenziali dell’IA nel settore, con gli addetti ai lavori che non di rado manifestano tutta la loro preoccupazione. Eppure, una tendenza ormai consolidata certifica che, almeno per gli appassionati, tutta questa fretta di tuffarsi nel futuro non c’è.
Il 2022 aveva fatto registrare in tal senso una storica inversione di tendenza: per la prima volta dal lontano 1987 la vendita dei dischi in vinile aveva superato quella dei ben più moderni CD. E se a qualcuno fosse sorto il sospetto di una casualità, prontamente è arrivata la conferma 12 mesi dopo: il dato si è ripetuto, infatti, anche nel 2023.
Del fenomeno si è occupata l’Associazione industriale discografica d’America (Riaa), osservando che nel corso dell’anno passato gli acquisti di CD si sono fermati a quota 37 milioni, mentre i dischi hanno raggiunto i 43 milioni. Una differenza assolutamente importante, se si considera e aggiunge anche l’aspetto economico. Il vinile ha un prezzo più alto, e questo rende il confronto ancora più ampio se si analizzano gli incassi: 1,4 miliardi di dollari contro 537 milioni.
«Si tratta di una crescita di assoluto rilievo, anche perché arriva mentre la minaccia dell’intelligenza generativa nel mercato musicale è sempre più evidente – ha evidenziato Mitch Glazier, amministratore delegato dell’Associazione industriale discografica d’America – La tecnologia avrà di certo un impatto sulla crescita dinamica e la portata culturale della musica, con strumenti che al momento non sono ancora del tutto chiari. Il settore discografico in ogni caso sta ancora tenendo botta».
Intanto, parlano i numeri. Il buon momento del vinile fa da contraltare al crollo verticale dei CD, le cui vendite sono scese di 700 mila unità solo tra il 2022 e il 2023. Paradossalmente è quasi più positivo da rimarcare il dato relativo a uno strumento ancora più vetusto: le musicassette. Che, incredibile ma vero, hanno ancora un mercato: nel 2023 ne sono state vendute 500 mila.

Se, però, l’intelligenza artificiale nella musica ancora non sfonda e il vinile rialza la testa, non si può certo dire che il settore abbia improvvisamente intrapreso un integrale viaggio indietro nel tempo. La parte del gigante nel mercato discografico va infatti al digitale, dalle piattaforme in abbonamento ai servizi streaming. Tutti questi servizi si sono infatti presi un gigantesco 84% del mercato nel 2023, per la cifra record di 14,4 miliardi di dollari.
Insomma: la musica è sicuramente cambiata negli ultimi decenni, soprattutto per il pubblico di massa. Ma il tempo non ha affatto cancellato il passato, riuscendo addirittura a rinvigorirlo. E a ripresentare un mercato del vinile in grado di superare ancora il miliardo di dollari, proprio mentre i CD stanno lentamente sparendo dalle nostre vite.

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