L’Italia conferma la sua leadership nel panorama europeo del design, ponendosi come punto di riferimento in termini di creatività, innovazione e sostenibilità. È quanto emerge dal rapporto Design Economy 2025, promosso da Fondazione Symbola, Deloitte Private, POLI.design e ADI – Associazione per il Disegno Industriale, con la collaborazione di Comieco, AlmaLaurea, Cuid e con il patrocinio del Maeci e del Mimit.
Secondo lo studio, il comparto del design in Italia impiega oltre 63.000 persone e genera un valore aggiunto di 3,2 miliardi di euro. Con una quota del 19,8% del fatturato e degli occupati a livello UE, l’Italia si conferma prima in Europa, davanti a Germania e Francia, consolidando il proprio ruolo di punta in un settore sempre più cruciale per affrontare le grandi trasformazioni del nostro tempo.
Milano capitale e la forza delle regioni
Milano si attesta come vera capitale del design italiano, generando da sola 604 milioni di euro di valore aggiunto, pari al 18,6% del totale nazionale, e ospitando il Salone del Mobile, la più grande manifestazione al mondo dedicata al design. La Lombardia nel suo complesso rappresenta il cuore pulsante del settore: circa un terzo delle imprese italiane del design risiede in questa regione, da cui provengono il 32,8% del valore aggiunto e il 27,5% dell’occupazione complessiva.
Ma il design italiano è vitale in tutto il Paese. Regioni come le Marche, il Molise, la Liguria e il Friuli-Venezia Giulia mostrano tassi di crescita rilevanti, segno di un sistema diffuso, dinamico e legato alle vocazioni produttive locali.
Un settore in trasformazione
Il design italiano evolve abbracciando le tecnologie più avanzate. L’80% degli operatori del settore utilizza l’intelligenza artificiale, in particolare per migliorare la produttività, ridurre gli errori progettuali e potenziare la creatività. Questo dato sale all’88,9% tra le imprese, mentre tra i progettisti autonomi si attesta al 53,5%.
Nascono così nuove figure professionali, in risposta alla crescente complessità del settore: prompt designer, experience designer, material designer, digital content strategist. Questi profili uniscono competenze progettuali, tecnologie immersive e strategie comunicative, rispondendo a sfide complesse che vanno dalla transizione digitale alla sostenibilità ambientale.
A supportare questa trasformazione, anche il sistema formativo evolve rapidamente: nel 2023/2024 si contano 371 corsi di studio in design (+9% rispetto all’anno precedente) attivati in 97 istituti italiani, tra università, accademie e ISIA. Nuovi corsi si focalizzano su tematiche chiave come il design sostenibile, la moda, l’innovazione sociale e il food design.
Il design come motore della sostenibilità
Uno degli aspetti più significativi del rapporto riguarda la crescente attenzione del settore verso la sostenibilità ambientale. Il 91,7% degli operatori si dichiara sensibile a queste tematiche, riconoscendo al design un ruolo strategico nell’economia circolare. I progettisti italiani sono sempre più impegnati nello sviluppo di prodotti efficienti, riciclabili, riutilizzabili e a basso impatto ambientale.
Un ambito emblematico di questa evoluzione è il packaging sostenibile, dove il design incontra la ricerca sui materiali. In questo contesto si inserisce l’importante contributo di Comieco – Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica – partner del rapporto Design Economy 2025. Il consorzio sostiene da anni l’adozione di soluzioni innovative a base di carta e cartone, materiali che oggi rappresentano la scelta principale per l’83,2% degli operatori del packaging.
Significativo è anche il trend di crescita dell’utilizzo di materiali bio-based, passati dal 17,8% al 38,3% nelle previsioni per i prossimi tre anni, mentre plastica e vetro sono in calo. A questi materiali si affiancano tecnologie intelligenti: il QR code è utilizzato nel 50,5% dei casi, mentre contenuti in realtà aumentata e virtuale sono in forte ascesa (dal 6,9% al 21,7%).
Come sottolinea Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco e tra i protagonisti della presentazione del rapporto, “la transizione ecologica passa anche dal design, che deve saper guidare l’innovazione di materiali e processi per creare soluzioni belle, funzionali e sostenibili”.
Design per il benessere: l’espansione nell’healthcare
Un altro settore in cui il design sta guadagnando terreno è l’healthcare. Il 9,4% dei servizi di progettazione è oggi rivolto al mondo della salute, con una previsione di crescita al 9,7% nei prossimi tre anni. Il design entra così negli ospedali, nei dispositivi medici, nelle interfacce di monitoraggio, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza di pazienti e operatori.
Questo trend conferma la capacità del design di intercettare i bisogni sociali e diventare strumento di benessere, inclusione e innovazione.
Il futuro è (ancora) italiano
Per affrontare le sfide della competitività globale, il design italiano dovrà puntare su crescita dimensionale, innovazione e sinergie tra territori, università, imprese e istituzioni. Ma le fondamenta sono solide: una tradizione culturale e creativa riconosciuta in tutto il mondo, una rete di competenze in costante evoluzione, una leadership che si rafforza grazie alla capacità di coniugare bellezza, utilità e sostenibilità.
Come ricorda Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola: “Il design italiano è chiamato a dare forma, senso e bellezza al futuro. In un tempo di transizione verde e digitale, è uno degli strumenti più potenti per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo. E per questo più capaci di futuro”.