04.03.2025

In un quadro generalmente negativo, la situazione più preoccupante riguarda la Polonia e l’Italia. Si può riassumere in questi termini il secondo rapporto sul monitoraggio e le prospettive dell’inquinamento zero, pubblicato dalla Commissione europea e dall’Agenzia europea per l’ambiente.
Analizzando nel dettaglio i dati relativi al nostro Paese, si scopre che soltanto Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata e Valle d’Aosta sono sotto il valore limite annuale di concentrazione di particolato fine (Pm2,5), ovvero 10 µg/m³ come media annua. Le altre 15 regioni della Penisola sono tutte sopra il limite Ue stabilito per la qualità dell’aria, con Veneto (56,65% in più), Lombardia (55,45%) e Piemonte (43,43%) a guidare la classifica.
Nel report si legge che “in molti Paesi dell’Ue la qualità dell’aria è inferiore agli standard di qualità stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità”. I dati, relativi al 2020, promuovono 15 regioni collocate in Austria, Finlandia, Francia, Germania e Svezia che vantano i livelli di inquinamento più bassi.
L’analisi sottolinea che le persone di età pari o superiore a 65 anni (così come i bambini) sono quelle più colpite dall’inquinamento atmosferico e alcune delle regioni più inquinate coincidono con le regioni più povere dell’Europa orientale. Dati che impattano sulla salute degli europei ma anche sull’economia. “L’inquinamento atmosferico causa danni fino a 2.000 euro a persona all’anno nell’Unione Europea”, ha sottolineato la commissaria europea all’Ambiente, Jessika Roswall. “Sappiamo che nei prossimi decenni, 4 delle 10 minacce globali più gravi sono i rischi ambientali. L’inquinamento, uno di questi rischi, incide sulla salute umana più di qualsiasi altra causa ambientale”. La commissaria ha anche aggiunto che lo smog causa circa “250mila morti premature ogni anno nell’Ue” e che “il 17% dei tumori polmonari mortali è correlato all’inquinamento atmosferico”.
La Commissione Ue sottolinea che le politiche dell’Ue hanno contribuito a “ridurre l’inquinamento atmosferico, l’uso di pesticidi e i rifiuti di plastica in mare” ma “i livelli di inquinamento sono ancora troppo elevati, in particolare a causa del rumore nocivo, delle emissioni di microplastiche nell’ambiente, dell’inquinamento da nutrienti e della produzione di rifiuti”. Per questo occorre “un’azione molto più incisiva nell’Ue per conseguire gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento al 2030”.