03.12.2023
Siamo cresciuti con l’idea che tra i primi posti del cibo “salutare” ci fosse la carne. È corretto limitare il consumo di carne rossa, ma solo in alcuni casi specifici. Gli studi invitano a limitarne il consumo quando è di scarsa qualità.
Molti di noi si stanno rendendo conto di come cambiano i tempi, le credenze e le abitudini, anche alimentari… siamo cresciuti con l’idea che tra i primi posti del cibo “salutare” ci fosse la carne, alimento che obbligavamo a mangiare ai nostri figli per avere ferro, per avere forza, perché senza la carne mancava qualcosa di importante. Quanti sforzi economici per comprare quelle costosissime costate con osso, perché “ogni tanto si deve”. Ebbene oggi si cerca di evitare tutto questo, spesso si invidia chi ha una dieta priva di grassi animali. C’è però una differenza sostanziale tra carni e cotture delle stesse, variabili fondamentali per avere un quadro reale della situazione. Infatti, numerosi studi invitano a limitare il consumo di carne di scarsa qualità, di evitare carni grasse, con un alto grado di lavorazione, che contengano additivi… un esempio?
Non demonizziamo un bollito magro ogni tanto, ma evitiamo salamelle grasse e di scarsa qualità e quei würstel con scritto “carni lavorate e separate meccanicamente”, cotte quasi bruciate al barbecue.. e non si tratta solo di calorie, ma anche e soprattutto di salute. La cottura aggressiva svolge un ruolo determinante per lo sviluppo di cellule neoplastiche. E appunto, l’associazione peggiore è con carni lavorate, come pancetta, salame e altri salumi affumicati e stagionati, che portano un rischio più elevato di sviluppare il cancro del colon-retto.
Attenzione, questo non vuol dire che bisogna ridurre improvvisamente e senza criterio il consumo di carne. Senza quest’ultima incorreremmo in una carenza cronica di vitamina B12, che potrebbe aumentare il rischio di livelli di zinco, ferro e di calcio (soprattutto nei bambini, in terza età e in gravidanza). Il ferro in particolare è un micronutriente fondamentale per il trasporto dell’ossigeno ai tessuti: è contenuto nell’emoglobina, il pigmento dei globuli rossi. Una sua carenza determina sintomi quali stanchezza, pallore e fragilità dei tessuti a rapido ricambio come sangue, capelli e unghie.
Pertanto, chi consuma soprattutto pollo e coniglio, saltuariamente bistecche da grossi animali, cucinandoli in maniera “intelligente” e accompagnandoli da normali porzioni di frutta, verdura, cereali e legumi, trova una valida alternativa. Altro discorso è quello etico, come le produzioni di gas serra dovuti agli allevamenti intensivi che contribuiscono alla deforestazione e all’inquinamento in misura maggiore rispetto alla produzione di frutta, verdura e altri alimenti vegetali meno trasformati.