Quello delle micotossine è un problema noto: sono composti tossici prodotti naturalmente da funghi come Aspergillus, Penicillium, Fusarium e Claviceps che contaminano frequentemente prodotti agricoli come grano, mais e orzo, entrando così nella nostra catena alimentare. Ed è un problema pesante perché l’esposizione a micotossine è associata a effetti negativi sulla salute, tra cui disturbi del sistema endocrino, danni al sistema nervoso centrale e potenziali effetti cancerogeni.
Ora però il cambiamento climatico moltiplica il rischio. L’aumento delle temperature e l’alterazione dei modelli di precipitazioni influenzano la distribuzione e il comportamento dei funghi produttori di micotossine, aumentando il pericolo di una contaminazione delle colture. In particolare, micotossine come l’aflatossina B₁, il deossinivalenolo (DON), la fumonisina B₁ e l’ocratossina A tendono a proliferare in condizioni climatiche più calde e umide.
Uno studio del progetto HBM4EU (Human Biomonitoring for Europe) ha rivelato che il 14% della popolazione adulta in Europa è esposta a livelli di DON potenzialmente dannosi per la salute. Questo dato è particolarmente preoccupante per gruppi vulnerabili come bambini piccoli e donne in gravidanza, che possono subire effetti più gravi a causa dell’esposizione a queste tossine.
Il progetto HBM4EU è stato un’iniziativa congiunta di 28 Paesi partecipanti, tra cui 24 Stati membri dell’Ue, oltre a Norvegia, Svizzera, Islanda e Israele, insieme all’Agenzia Europea dell’Ambiente. Finanziato con 74 milioni di euro nell’ambito di Horizon 2020, è stato implementato congiuntamente da 120 partner dei Paesi partecipanti. L’obiettivo era misurare l’esposizione dei cittadini europei alle sostanze chimiche e i relativi effetti sulla salute, sviluppando il biomonitoraggio umano come metodo di valutazione dell’esposizione.
Per affrontare la sfida che si è delineata, è ora fondamentale adottare un approccio integrato “One Health” che consideri la salute umana, animale e ambientale come interconnesse. Misure preventive lungo l’intera catena alimentare, dalla produzione agricola alla trasformazione e conservazione degli alimenti, sono essenziali per ridurre l’esposizione alle micotossine. Inoltre, la promozione di pratiche agricole sostenibili e l’implementazione di sistemi di monitoraggio efficaci possono contribuire a mitigare i rischi associati a queste tossine in un clima europeo in evoluzione.