17.12.2024
Le Fake News viaggiano veloce, e somigliano sempre di più alle notizie vere. Una variabile che rende imperfetta la visione di Marshall McLuhan. Sono soprattutto i giovani a faticare nella distinzione tra notizie affidabili e quelle false per mancanza di strumenti. IA e analfabetismo funzionale giocano contro. Il report.
Voleva essere un mondo interconnesso, quello teorizzato da Marshall McLuhan, dove le comunicazioni – notizie incluse – avrebbero raggiunto tutto il Pianeta in tempi brevissimi. E per certi versi così è stato, ma se la sua “profezia” si fosse realizzata nel migliore dei modi vivremmo oggi in un mondo utopico. All’interno di quel flusso comunicativo, però, si è inserita una variabile imprevista per McLuhan: la disinformazione. Le cosiddette fake news, oggi, permeano il panorama mediale e, anche grazie a strumenti come l’intelligenza artificiale si mascherano sempre meglio da notizie vere, tanto che, per i più, diventa difficile distinguere una notizia vera da una falsa.
Per esempio, uno studio condotto dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha evidenziato che in Italia un giovane su tre non è in grado di capire se un’informazione letta online sia affidabile o meno, soprattutto quando si tratta di informazione scientifica. Per citare qualche dato, i giovani intervistati faticano a identificare notizie affidabili in materie ambientali e di salute (32,8% per ambiente e 36,9% per salute), ma allo stesso tempo faticano a individuare notizie non affidabili (41,3% per ambiente e 35,2% per salute).
«L’uso irresponsabile o distorto del digitale e dell’intelligenza artificiale oggi pone grandi minacce, specie per i più giovani, profondamente connessi nelle piattaforme digitali e nei social media» commenta Caterina Tonini, ceo di Havas Creative Network Italy. Il rapporto “Disinformazione a scuola”, però, non fornisce dati sull’intera popolazione; tuttavia, i suoi risultati sono in linea con i dati Ocse, secondo cui nel nostro Paese solo 49 studenti su 100 afferma di avere strumenti per distinguere una notizia vera da una fake news.
L’Ocse, inoltre, già nel 2021 aveva messo a punto un indice di conoscenza delle strategie di lettura per valutare la credibilità delle fonti: se gli adolescenti del Regno unito avevano realizzato un punteggio pari a 0,21, risultando i migliori, ecco che il valore in Italia scende a -0,05. «Ci troviamo in un mondo in cui informazione e disinformazione coesistono e sono spesso indistinguibili l’una dall’altra agli occhi delle persone non esperte – dice Carlo Martini, uno dei ricercatori dell’Università San Raffaele – Questo crea confusione».
Insomma, questi dati parlano chiaro: bisogna fornire anche ai più giovani strumenti per navigare in modo critico all’interno del panorama mediale contemporaneo. E questo scenario, insieme all’ultimo rapporto Ocse sull’analfabetismo funzionale degli adulti – in Italia 1 su 3 – non fa guardare al futuro con fiducia. Nel 2010 Tremonti disse che «con la cultura non si mangia». Ma forse, alla luce di tutto questo, una dieta con più cultura non ci farebbe male.