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Lavoro

La figura del bibliotecario scolastico

02.11.2023

Biblioteche laboratori del sapere. Serve riconoscere dove, quando, come reperire informazioni, come utilizzarle e comprenderle. È necessario un riconoscimento del profilo di bibliotecario scolastico. Come mai in Italia non è ancora riconosciuto?

«Serve un riconoscimento della figura del bibliotecario scolastico» dice il prof. Bruno Cavallarin, dell’IIS «F.Gonzaga» di Castiglione delle Stiviere (MN) che fa parte del coordinamento nazionale delle biblioteche scolastiche. È quanto emerso in un importante evento intitolato “Le biblioteche scolastiche nell’anno europeo delle competenze – formazione permanente e creatività” il 28 ottobre a Milano a cui hanno partecipato docenti, bibliotecari, esponenti della associazione italiana biblioteche e delle università, membri della IFLA (federazione internazionale delle associazioni e istituzioni bibliotecarie) e della Commissione nazionale delle biblioteche scolastiche, della Soprintendenza archivistica, della associazione europea dei giornalisti scientifici, della Rete delle biblioteche mantovane, del Centro Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca.

I dati hanno evidenziato come le biblioteche siano laboratori del sapere condiviso e di come sia necessario un riconoscimento del profilo di bibliotecario scolastico per dare continuità di servizio e attivare sinergie didattiche innovative con i docenti e gli studenti. Ad oggi le biblioteche scolastiche sono state create, seguite e gestite da docenti che lo fanno gratuitamente e che hanno realizzato progetti innovativi di qualità anche premiati in Italia e all’estero. È necessario però che vi sia una valorizzazione concreta, visto che ci sono i fondi europei per le scuole e per la digitalizzazione del patrimonio delle biblioteche scolastiche. Le biblioteche rientrano nel quadro normativo dei beni culturali. In Italia la figura del “bibliotecario scolastico” non è riconosciuta come una professione, eppure richiede competenze specifiche e un impegno lavorativo costante.

I dati nazionali raccolti evidenziano che sono molto utili i bibliotecari scolastici per innovare anche le competenze, il tutto in linea con il quadro europeo normativo che promuove la creazione di “ambienti di apprendimento” e con le linee guida del Piano nazionale per la promozione della lettura, del Sistema Integrato delle Biblioteche Scolastiche nell’ambito dell’Azione #24 del Piano Nazionale Scuola Digitale, del Piano Nazionale “Biblioteche Scolastiche Innovative”.

I soldi ci sono, i progetti ci sono, le persone competenti nelle scuole ci sono, ci sono pure le “équipe formative territoriali” legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Manca solo il riconoscimento del ruolo del bibliotecario scolastico e ci si chiede come mai visto che la “competenza informativa – information literacy” è alla base di ogni apprendimento e aiuta a combattere le notizie false e a far crescere cittadini che sappiano leggere, riflettere sui contenuti, abilità che consentono di “riconoscere dove, quando, come reperire informazioni, come utilizzarle, comprenderle”. Le biblioteche, spazi sia fisici che virtuali, di bene-essere, insegnano a fare domande, ad essere curiosi, sono percorsi di apprendimento continuo per tutta la comunità. Moriranno se saranno ridotte solo a meri depositi, software e oneri di contabilità.

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