Nell’affrontare la duplice sfida posta dal cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità, un ruolo decisivo lo gioca la finanza. Lo afferma il rapporto Transforming forest finance redatto dal collettivo Forest Declaration Assessment. Si tratta di un’ampia coalizione composta da circa 40 soggetti della società civile con Ong, think tank e organizzazioni di ricerca. La richiesta avanzata ai governi di tutto il mondo è “attuare immediatamente” azioni concrete per preservare le foreste prima della COP30 in Brasile.
Il rapporto contiene una serie di misure prioritarie per tradurre in azione la promessa di eliminare la deforestazione entro il 2030, un impegno assunto da oltre 140 leader alla COP26 di Glasgow nel 2021. Aumentare i finanziamenti per le foreste, reindirizzare i sussidi dannosi e rafforzare le leggi sono le azioni più urgenti da compiere per “porre il mondo sulla buona strada”.
Il programma si articola in otto proposte che, oltre le tre già dette, riguardano il ruolo dei popoli indigeni e il rafforzamento delle partnership tra Paesi importatori ed esportatori di prodotti forestali: “I governi dovrebbero riesaminare i 470 miliardi di dollari spesi in sussidi agricoli che danneggiano le foreste”, sostengono gli autori del rapporto, che aggiungono: “Le banche multilaterali di sviluppo e le istituzioni finanziarie pubbliche internazionali dovrebbero aumentare i finanziamenti per le foreste e lo sviluppo rurale sostenibile”.
Secondo l’ultima stima pubblicata a ottobre dal collettivo, entro il 2023 saranno andati perduti 6,37 milioni di ettari di foreste, l’equivalente di 9,1 milioni di campi da calcio. Questo “appello all’azione” arriva qualche mese prima della COP30, che si terrà a novembre a Belem, in Brasile, in Amazzonia. Questa è un’opportunità per “rivalutare lo straordinario ruolo” svolto dalle foreste, ha sostenuto il presidente della Cop30 André Corrêa do Lago in una recente lettera ai Paesi di tutto il mondo. “Nel 2025, i governi dovranno adottare misure coraggiose” per rispettare i propri impegni entro la fine del decennio, sostiene il rapporto.