14 Giugno 2025
/ 13.06.2025

La rivoluzione gentile di Elisa

Cantautrice tra le più amate sulla scena italiana, Elisa porterà sul palco del Meazza il primo live sostenibile della storia: un concerto alimentato da biocarburante HVO di seconda generazione, prodotto da scarti e biomasse agricole e in grado di ridurre le emissioni del 70% rispetto ai tradizionali combustibili fossili

Il 18 giugno 2025, San Siro non sarà solo lo scenario di un grande concerto, ma il teatro di una svolta culturale. Elisa – al secolo Elia Toffoli – cantautrice tra le più amate sulla scena italiana, porterà sul palco del Meazza il primo live sostenibile della storia dello stadio, un evento che promette di cambiare il modo in cui pensiamo e viviamo la musica dal vivo. Non sarà solo uno spettacolo: sarà una testimonianza ambientale e artistica, un progetto che dimostra come cultura, intrattenimento e responsabilità ecologica possano coesistere, anzi rafforzarsi a vicenda. Un’azione concreta in un’epoca in cui, troppo spesso, le parole non prendono forma e restano intrappolate nella retorica.

La rivoluzione parte da ciò che non si vede

Il cuore di questa rivoluzione è invisibile, ma potentissimo. Per la prima volta, un concerto allo stadio San Siro sarà alimentato da biocarburante HVO di seconda generazione, prodotto da scarti e biomasse agricole. Un combustibile alternativo in grado di ridurre le emissioni del 70% rispetto ai tradizionali combustibili fossili. “È il primo show alimentato da biofuel fatto a San Siro. Pensate cosa succederebbe se lo facessimo tutti, e non per un singolo concerto, ma in tour”, ha spiegato Elisa con la determinazione di chi ha una visione chiara e il coraggio di metterla in pratica. Un traguardo storico, che segna anche un precedente: mai, nella lunga storia del Meazza, un evento musicale aveva puntato così in alto sul fronte ambientale.

Una visione nata nel tempo

Questo impegno non nasce dal nulla. Elisa ha iniziato a lavorare su questi temi già nel 2022, con il tour “Back to the Future”, che la vide collaborare con le Nazioni Unite per promuovere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Un percorso pionieristico, definito da lei stessa “faticoso ed esplorativo” ed essenziale per comprendere le resistenze del settore. E’ innegabile, però, che abbia segnato un punto di non ritorno che ha portato, oggi, alla realizzazione di un progetto strutturato, condiviso e operativo.

Ogni dettaglio conta

L’intero evento è pensato secondo criteri di sostenibilità integrata. A cominciare dai trasporti, una delle maggiori criticità negli eventi live. In collaborazione con il Comune di Milano, il servizio ATM sarà potenziato fino alle 2 di notte, per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Una misura necessaria, considerando che l’Italia è tra i Paesi con il più alto numero di auto per abitante in Europa.

All’interno dello stadio, saranno attive 20 isole ecologiche presidiate da Amsa per la raccolta differenziata. La cooperativa sociale VestiSolidale curerà una campagna di raccolta e riuso degli abiti, mentre l’impatto ambientale complessivo sarà misurato scientificamente da enti indipendenti: Tetis, JustonEarth e l’Università di Genova.

Tutto — dai materiali impiegati ai fornitori scelti — è stato sottoposto a una logica di filiera corta, responsabilità sociale e riduzione dell’impronta ecologica. Questo perché, se si vuole veramente realizzare eventi improntati sulla sostenibilità nulla può essere lasciato al caso.

Plantasia: quando la musica ridona vita al territorio

Se la sostenibilità ambientale è il cuore pulsante del progetto, Plantasia ne è l’anima poetica. Potremmo quasi definire il concerto di San Siro come un ponte verso il futuro del territorio. A pochi chilometri dallo stadio, esattamente in via Quarenghi, Elisa sosterrà, infatti, un progetto di rigenerazione urbana che trasformerà un’ex cava contaminata in un parco sonoro di 40.000 metri quadri, grazie a tecniche di fito bonifica e alla collaborazione con enti pubblici e fondazioni private. Il nome si ispira all’album ambientalista Mother Earth’s Plantasia di Mort Garson, composto per essere ascoltato dalle piante. E saranno proprio le piante a svolgere il lavoro di bonifica del suolo, mentre l’area ospiterà un percorso musicale immersivo, con diffusori che suoneranno musica classica. Un progetto visionario, co-finanziato da fondi pubblici e crowdfunding, che trasforma il degrado in rinascita.

I costi? Un 30% in più. Ma se lo fanno tutti, si azzera

Portare la sostenibilità su un palco come San Siro non è economico: i costi salgono del 30-35% in più rispetto al tradizionale. Ma è il tipo di spesa che costruisce il futuro. Se questa scelta diventasse la regola e non l’eccezione, quel margine si dissolverebbe Si sa, non esistono ancora, oggi, concerti sostenibili al 100% ma qualcosa si può fare. Ora più che mai si sente l’urgenza di agire contrastando la paura che blocca l’azione. 

Non serve essere perfetti per cominciare, serve iniziare. All’estero gruppi del calibro dei Coldplay e Massive Attack hanno totalmente trasformato i loro show portando al centro dell’ideazione e del messaggio l’ambientalismo. In Italia è il momento di Elisa. 

Quando la musica risponde all’emergenza climatica

In un’epoca segnata da passi indietro sul clima da parte delle istituzioni, l’azione di Elisa assume un valore controcorrente. È una forma di resistenza culturale in un tempo in cui chi governa è troppo spesso bloccato da interessi e diplomazie. Un invito ad avere coraggio, ad agire. 

I numeri spaventano e lo scetticismo cresce a dismisura. Secondo un sondaggio di YouTrend, due italiani su cinque (42%) pensano che le persone attorno a loro siano meno motivate ad agire contro il cambiamento climatico rispetto a pochi anni fa. Una percentuale analoga (43%) pensa che anche le aziende abbiano diminuito i propri sforzi green, mentre un italiano su due (49%) ritiene che siano soprattutto le istituzioni ad aver ridotto gli impegni per le politiche ambientali.

Un seme che più cambiare la visione delle cose

Il concerto di Elisa è già sold out da mesi. Ma ciò che resterà, oltre alla musica, è la testimonianza di un’altra via possibile. Un atto artistico che parla a chi ascolta, ma anche a chi organizza, finanzia, governa. Un invito a guardare al futuro con responsabilità e immaginazione.

“San Siro sarà un grande abbraccio — ha dichiarato — ma anche un segnale. Perché oggi non si può più scindere la bellezza dall’attenzione al mondo che ci ospita”. Il suo San Siro sarà una testimonianza viva e sonora che la musica può ispirare, educare, agire. Un seme piantato in uno stadio, con la speranza che germogli.

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