07.08.2024
Arriva il progetto che mappa gli effetti della sovraesposizione sull’organismo umano al caldo a seconda della propria occupazione, degli orari in cui si è attivi e del luogo di lavoro. Tutti i dettagli sui rischi e sulla piattaforma di monitoraggio, Worklimate.
Le altissime temperature delle ultime settimane stanno condizionando non poco la quotidianità degli italiani, in preda a un caldo difficilmente sopportabile in buona parte delle ore del giorno e che spesso si estende addirittura alla notte. Un aspetto della questione a cui forse non tutti pensano riguarda però coloro che non possono ripararsi dal solleone, perché costretti a lavorare ogni giorno all’aperto e a temperature inclementi. Ebbene: c’è chi ha pensato anche a loro.
L’Inail, Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, e il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) hanno, infatti, messo a punto un progetto biennale con lo scopo di studiare gli effetti sull’organismo dell’Uomo della sovraesposizione al caldo, concentrandosi nel dettaglio su chi deve sopportarlo nel proprio ambiente lavorativo. Lo scopo finale è di elaborare strategie che permettano di intervenire a tutela dei lavoratori, tramite interventi fattivi e l’introduzione di strumenti (soprattutto tecnologici) che migliorino la qualità della vita delle persone. E questo inevitabilmente presenterebbe vantaggi non solo sulla salute, ma anche sulla produttività.
Il progetto, che si chiama Worklimate, si concentra sui rischi a cui la salute dell’Uomo è sottoposta e li mette in relazione con dati concreti a scopo di prevenzione. In particolare, spaventa l’esposizione allo stress termico di chi lavora all’aperto in piena estate, con la prospettiva di incorrere in malori anche gravi.
Per questo motivo Inail e CNR hanno lavorato su vere e proprie mappe nazionali, in cui si illustrano e analizzano le possibili conseguenze nei tre giorni successivi a un’esposizione eccessiva al caldo estremo.
La piattaforma Worklimate metterà a disposizione di tutti queste mappe, in cui si potrà scegliere tra diverse possibili posizioni lavorative e capire quali normative anti-caldo tutelino quello specifico profilo, a seconda della Regione in cui si trova. Esiste anche la possibilità di specificare la durata quotidiana del proprio lavoro, il grado di intensità dell’attività richiesta e addirittura quanto e se si è impegnati sotto il sole diretto o si è almeno protetti dall’ombra.
Nonostante questa mole di informazioni, anche molto differenziate tra loro, la mappa restituisce ai lavoratori indicazioni molto chiare sui rischi che le loro mansioni possono procurare. Si tratta di una semplice tabella, con un codice ispirato ai colori del semaforo. Diventa così immediato capire se la propria giornata espone a un pericolo elevato (rosso), moderato (arancione), basso (giallo) o assente (verde) per la propria salute o addirittura la propria incolumità.
Un sistema che dunque fornisce quantomeno una maggiore consapevolezza su ciò che comporta lavorare in piena canicola, soprattutto per gli autonomi. A tutela degli altri c’è anche la legge, che già dallo scorso anno prevede il diritto di prendersi delle pause dai lavori più massacranti, soprattutto nelle ore in cui il sole picchia senza pietà.