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Cronaca, Salute, Sanità, Sicurezza

L’epidemia dei batteri antibiotico-resistenti piega l’Europa

21.11.2024

Ogni anno si registrano in Europa oltre 670mila infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, per un totale di oltre 35mila decessi. Un terzo di questi casi si verifica in Italia. Se non si invertisse la tendenza, i morti potrebbero superare quelli da tumori e malattie cardiovascolari entro il 2050. Soluzioni e sensibilizzazione.

Sono dati allarmanti quelli diffusi dal Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) in occasione della Giornata europea per la lotta all’antibiotico-resistenza: ogni anno, in Europa, si registrano oltre 670mila infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, per un totale di oltre 35mila decessi. E in questo scenario c’è un aspetto preoccupante che ci riguarda da vicino: un terzo di questi casi si verifica in Italia.

Più nello specifico, il nostro Paese vive una duplice criticità: da una parte, stando al dossier dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che ha diffuso i dati, il problema dell’antibiotico-resistenza; dall’altra, l’elevato consumo di antibiotici. Secondo i numeri, infatti, tra 2022 e 2023 sono state 430mila le persone ricoverate a causa di un’infezione durante la degenza, rappresentando l’8,2% dei pazienti, ossia 1,7 punti percentuali in più rispetto alla media Ue. Inoltre, gli antibiotici sono stati somministrati al 44,7% dei ricoverati, contro una media europea del 33,7%. In particolare – si legge nel rapporto – nel corso del 2023 quasi 4 persone su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico, con una maggiore diffusione tra gli over 85 e tra i bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni. Il rischio? Se non si inverte la tendenza, entro il 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe diventare la principale causa di morte in Italia, superando tumori e malattie cardiovascolari.

Numeri, questi, che dunque non rappresentano solo mere statistiche, ma si traducono in problemi concreti che riguardano da una parte la salute dei cittadini e dall’altra l’economia del Paese. Un abuso di antimicrobici, infatti, facilita lo sviluppo di batteri sempre più resistenti agli stessi farmaci, rendendoli sostanzialmente inefficaci. E l’impatto sul nostro Sistema Sanitario Nazionale è davvero enorme: con 2,7 milioni di posti letto occupati per la cura di queste infezioni, i costi si traducono in 2,4 miliardi di euro ogni anno.

In questo scenario, il Presidente di AIFA, Robert Nisticò, ha sottolineato la necessità di intervenire con urgenza con azioni non solo di controllo e ricerca, ma anche di prevenzione, anche sulla scia degli obiettivi fissati dall’ECDC e da raggiungere entro il 2030. «L’epidemia silente delle infezioni batterico-resistenti dipende da una molteplicità di fattori, non ultimo le difficoltà per l’industria ad investire ingenti risorse nella ricerca di nuovi antibiotici nella prospettiva di un loro uso più limitato nel tempo» spiega. Ma serve anche sensibilizzazione. Ed è proprio alla responsabilizzazione dei cittadini a un uso consapevole degli antibiotici che mira la campagna promossa da AIFA e Ministero della Salute, diffusa su tv e altri media. Insomma, in questo caso è proprio vero: prevenire (e sensibilizzare) è meglio che curare.

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