16 Maggio 2024
Milano, 14°

Esteri

Lgbt, perquisiti gaybar e saune Mosca, chiude locale Pietroburgo

02.12.2023

Il leggendario “Central Station”. L’app Pure prende precauzioni

Milano, 2 dic. (askanews) – La polizia di Mosca ha fatto diverse irruzioni in bar gay-friendly e in saune a tema nelle prime ore di sabato, riferiscono i media locali. Secondo il sito di notizie indipendente Sota e il canale Telegram “Ostorozhno Novosti”. Quest’ultimo ha spiegato che una delle irruzioni è avvenuta in una sauna e ha riportato anche una testimonianza, dove una persona che dice di essere stato all’interno di un gay bar al momento delle perquisizioni: “me la sono fatta addosso dalla paura, hanno fermato la musica e io mi sono detto: fine, mi mettono in galera per 11 anni. All’inizio non capivamo, stavamo in piedi, 300 persone nude, in mutande e nessuno capiva cosa stava accadendo”. Secondo il canale, la polizia ha fotografato i passaporti dei clienti. La notte tra venerdì e sabato è considerata di pieno relax a Mosca, quando i locali di svago sono ampiamente frequentati.

Nel frattempo il video “Tak Krasivo” (in russo Così bello) di Sergei Lazarev è stato rimosso dal canale YouTube e dal sito web, anche se ancora si può vedere in rete su altri canali. Ieri il tribunale ha multato un canale musicale per averlo mostrato, trovando nel video “propaganda LGBT”. Nel video compaiono tra diverse coppie di innamorati, anche una o due coppie lesbiche. “Riconoscere le persone LGBT come estremismo è il primo passo verso la criminalizzazione delle deviazioni dall’ideologia del regime” scrive il media di opposizione Brief.

Giovedì la Corte Suprema russa ha definito il “movimento internazionale LGBT” un’organizzazione estremista, anche se in realtà tale organizzazione non esiste. La sentenza, come anche le irruzioni di oggi, contraddicono l’opinione sempre più fievole, espressa sinora da chi considerava le decisioni di Mosca contro la comunità Lgbt soltanto ‘scartoffie’, prive di qualsiasi fondamento e senza riscontro nella vita di tutti i giorni nel Paese. Il più famoso gay club sul Baltico, “Central Station” di San Pietroburgo ha annunciato la sua chiusura dopo la decisione del tribunale. askanews ascoltando alcuni pareri ha potuto notare chiari segnali di preoccupazione da parte degli interlocutori.

“Negli ultimi 200 anni, l’omofobia in Russia ha fatto parte dell’ideologia ufficiale e della politica del governo: le persone queer sono state perseguitate dalla legge” scrive Meduza, media di opposizione con sede all’estero. “I periodi di ‘disgelo’ durante questo periodo sono durati poco più di 20 anni e si sono verificati negli anni ’20 e ’90. Durante queste epoche storiche, le persone LGBTQ avevano una vita relativamente più facile, sebbene qualsiasi identità sessuale al di fuori di quella ‘tradizionale’ rimanesse profondamente stigmatizzata”, continua.

Eppure la capitale Mosca, ma anche San Pietroburgo, sino a pochi anni fa erano infatti note a livello internazionale per una vivace anche se sommersa “dolcevita gay”, con saune a tema e discoteche come la moscovita “Propaganda”, e ancora compagnie di taxy espressamente per gay. “È importante notare che l’attuale inasprimento della legislazione apre la possibilità alle autorità di punire le persone LGBTQ ancora più duramente di quanto avvenisse nell’Impero russo e nell’URSS” sottolinea Meduza.

Ora in base alle informazioni non ufficiali da Mosca, l’app di incontri sessuali Pure – sviluppata peraltro nella Federazione Russa e la più popolare nei paesi della CSI – ha eliminato la possibilità per gli utenti russi di indicare il proprio orientamento. Questa opzione è stata lasciata agli utenti provenienti dall’estero: al momento della registrazione, l’utente può indicare nel proprio profilo se è etero, bi, gay, queer o asessuale. “A San Pietroburgo sono rimasti circa 5 locali che in precedenza erano posizionati come bar e club LGBT. Ora dichiarano pubblicamente di non avere nulla a che fare con la cultura queer”, spiega il media di opposizione Rotonda. La decisione della Corte entrerà in vigore tra circa un mese.

(di Cristina Giuliano)

Condividi