31 Ottobre 2025
/ 30.09.2025

Lo spazio al servizio della Terra

Dal monitoraggio climatico alla lotta contro i detriti orbitali: a Sydney lo spazio si racconta come risorsa per salvaguardare il pianeta

Nelle sale luminose dell’International Convention Centre, con vista sulla baia, non si respira solo l’entusiasmo per la conquista dello spazio. Al 76° International Astronautical Congress, inaugurato ieri a Sydney, il vero protagonista è il pianeta Terra. “Sustainable Space: Resilient Earth” — spazio sostenibile, Terra resiliente — è lo slogan che accoglie i delegati: un messaggio che suona come un monito e una promessa.

Tra stand affollati di studenti e ingegneri, e corridoi in cui si incrociano lingue e divise di agenzie spaziali da ogni continente, emerge un filo conduttore: lo spazio non è più solo sinonimo di esplorazione e conquista, ma di responsabilità ambientale.

Durante una delle prime plenarie, una ricercatrice australiana mostra immagini satellitari delle foreste amazzoniche che si assottigliano anno dopo anno. Un silenzio denso avvolge la sala, interrotto solo dagli applausi. “Lo spazio non è distante dalla Terra: è il nostro specchio”, dice.

I dati satellitari, che un tempo servivano soprattutto a scopi militari o di navigazione, oggi sono strumenti indispensabili per monitorare uragani, siccità, incendi e per misurare l’impatto del cambiamento climatico. L’Iac sottolinea questo ruolo chiave: i satelliti non come simboli di potenza, ma come sentinelle ambientali.

Il problema invisibile sopra le nostre teste

C’è però un’ombra che aleggia sopra la retorica positiva: quella dei detriti orbitali. Tecnici e scienziati, nelle sessioni tecniche, parlano di un cielo sempre più affollato di satelliti e di rifiuti spaziali che rischiano di trasformare l’orbita terrestre in una discarica.

“È come se stessimo inquinando i nostri oceani, ma questa volta sopra le nostre teste”, afferma un ingegnere europeo. Soluzioni? Nuovi sistemi per recuperare satelliti esausti, missioni di “pulizia spaziale” e linee guida condivise tra governi e aziende private. Perché, ricordano in molti, senza regole lo spazio rischia di diventare inutilizzabile.

Tra geopolitica e cooperazione

Non mancano le tensioni geopolitiche: Stati Uniti, Cina ed Europa mostrano muscoli e successi. La missione cinese Chang’e-6, che ha riportato sulla Terra campioni dalla faccia nascosta della Luna, è stata premiata con un riconoscimento internazionale, segnando il peso crescente di Pechino nello scacchiere spaziale. Ma il clima generale del congresso non è quello della competizione: è piuttosto quello di una sfida condivisa. Nei panel dedicati ai giovani professionisti e alle startup, si parla di spazio come bene comune e di cooperazione globale per affrontare crisi che nessun Paese può risolvere da solo.

L’Iac di Sydney segna un cambio di passo rispetto al passato. Se in altre edizioni a dominare erano i sogni di colonie su Marte o viaggi interstellari, oggi l’accento è sul qui e ora. Lo spazio diventa lo strumento per garantire acqua potabile, prevenire catastrofi naturali e ridurre emissioni.

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