Un report di Copernicus certifica come il 2025 sia iniziato seguendo il trend del 2024, l’anno con le temperature più alte di sempre
Un record dopo l’altro. Come un affermato atleta, le temperature continuano a inanellare performance uniche e mai viste. A certificarlo è Copernicus, il servizio della Commissione Ue di monitoraggio satellitare e da basi a terra e in mare del pianeta: “Gennaio 2025 è stato di 1,75 gradi più caldo rispetto al livello preindustriale ed è stato il 18mo mese degli ultimi diciannove mesi in cui la temperatura media globale dell’aria superficiale è stata di oltre 1,5 gradi in più rispetto al livello preindustriale”. La temperatura media registrata lo scorso mese è stata di 13,23 gradi, 0,79 gradi in più rispetto alla media registrata nei mesi di gennaio che vanno dal 1991 al 2020.
Un anno da record
Già il 2024 era passato alla storia come l’anno più caldo mai registrato a livello globale e il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5 gradi il livello preindustriale. Nel 2024 la temperatura media globale di 15,10 gradi è stata di 0,72 gradi superiore alla media 1991-2020 e di 0,12 gradi superiore al 2023, il precedente anno più caldo mai registrato. Il 22 luglio 2024 è stato raggiunto un nuovo record per la temperatura media giornaliera globale, pari a 17,16 gradi. Ma soprattutto, e questo è uno dei dati più allarmanti, è stato il primo anno solare in cui la temperatura ha raggiunto più di 1,5 gradi in più rispetto al livello preindustriale. La temperatura media mensile globale ha superato di 1,5 gradi i livelli preindustriali per 11 mesi dell’anno. Tornando ancora più indietro, tutti i mesi da luglio 2023, eccetto luglio 2024, hanno superato il livello di 1,5 gradi.
Effetto El Niño
È il cambiamento climatico indotto dall’uomo, evidenzia Copernicus, il principale motore delle temperature estreme dell’aria e della superficie del mare.
Quest’ultime rappresentano uno dei fattori più significativi alla base delle alte temperature registrate negli ultimi due anni. Alla base di questo fenomeno c’è stata l’evoluzione del Niño che ha raggiunto il picco a dicembre 2023 e ha continuato a influenzare le temperature globali nella prima metà del 2024.
“L’umanità è responsabile del proprio destino”, afferma Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, “il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro”.
Eventi meteo estremi
Forti tempeste e inondazioni ma anche ondate di calore, siccità e incendi boschivi. È la triste conta degli eventi meteo estremi che hanno flagellato nel 2024 il nostro pianeta. La crescente frequenza e intensità di tali eventi rappresenta un rischio significativo per i mezzi di sussistenza delle persone in tutto il mondo. La quantità totale di vapore acqueo nell’atmosfera ha raggiunto un livello record nel 2024, circa il 5% in più rispetto alla media del 1991-2020, significativamente più alta rispetto al 2023.
Questa abbondante fornitura di umidità ha amplificato il potenziale per eventi di precipitazioni estreme. Inoltre, combinata con le elevate temperature della superficie del mare, ha contribuito allo sviluppo di grandi tempeste, tra cui i cicloni tropicali. D’altro canto, periodi di siccità prolungati in diverse regioni hanno creato condizioni favorevoli agli incendi boschivi che sono stati registrati in tutte le Americhe. In termini di emissioni di carbonio da incendi boschivi, Bolivia e Venezuela hanno registrato i loro livelli più alti mai registrati, mentre il Canada ha visto i suoi secondi livelli più alti.
Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service evidenzia come “queste elevate temperature globali, unite a livelli record di vapore acqueo atmosferico globale nel 2024, hanno comportato ondate di calore senza precedenti e forti piogge, causando miseria a milioni di persone”.