21 Novembre 2024
Milano, 6°

Il Social freezing scatena l’entusiasmo femminile nel mondo. C’è addirittura chi festeggia con party a tema l’anniversario del congelamento degli ovuli. La procedura medica prevede una stimolazione ovarica seguita dal prelievo degli ovociti maturi, che vengono congelati mediante vitrificazione per una futura fecondazione. Tutti i dettagli.

Per le giovani donne, che per vari motivi non si sentono ancora pronte a diventare madri, ma che non si vogliono precludere la possibilità per il futuro, un’opzione può essere offerta dal social freezing. La pratica consiste nel congelamento degli ovociti, che possono essere fecondati in seguito tramite fecondazione artificiale. Sono sempre di più, e sempre in aumento, le donne che la scelgono sia all’estero che in Italia.
Il social freezing è una procedura medica non dolorosa che prevede una stimolazione ovarica seguita dal prelievo degli ovociti maturi, che vengono poi sottoposti a congelamento mediante vitrificazione. Solo quando la paziente sarà pronta ad affrontare la gravidanza saranno scongelati. Nel momento in cui gli ovuli verranno re-impiantati, anche se la donna è già in menopausa, le possibilità di rimanere incinta variano a seconda dell’età e della riserva ovarica al momento del congelamento: sono del 30% se aveva tra 20 e 30 anni, non superano il 10% se ne aveva 40.
Negli Usa il social freezing è ampiamente sdoganato: basti pensare che c’è addirittura chi festeggia con party a tema l’anniversario del congelamento degli ovuli. Anche in Europa sta prendendo piede. In Spagna la pratica è sdoganata da anni e accedere ai trattamenti è semplice, anche per motivi non medici. Nel 2021, in Francia è stata approvata una legge per renderla gratuita a tutte le donne tra i 29 e i 37 anni.
L’Italia è un po’ indietro sul tema: non c’è una legislazione in merito e neanche copertura da parte del sistema sanitario nazionale. Il congelamento degli ovuli è gratuito solo per chi ne usufruisce per motivi oncologici o collegati a gravi patologie. Per tutte le altre ha un costo di circa 3.000 euro, a cui vanno aggiunte più o meno 300 euro l’anno per garantire la conservazione degli ovociti. Certo non sono cifre sbalorditive, ma comunque potrebbero non essere alla portata di tutte le tasche. In ogni caso, sono state 6.000 le donne che nel 2021 hanno fatto ricorso alla pratica nel nostro Paese: un +20% sull’anno precedente.
Sebbene gli specialisti consiglino di ricorrere al social freezing tra i 20 e i 30 anni per garantire il massimo dell’efficacia, a far ricorso alla pratica sono nella maggior parte dei casi donne tra i 35 e i 40 anni (l’età media è intorno ai 39,5). Questo accade perché si percepisce il congelamento degli ovuli come “ultima spiaggia” per poter diventare madre, mentre dovrebbe essere un’opzione da valutare per tempo per non potersi precludere opportunità future, qualunque cosa accada.
A proposito del social freezing persiste una sorta di tabù, fino a poco tempo fa se ne parlava raramente. Se il discorso ha preso slancio è a seguito anche di dichiarazioni di alcune celebrità che hanno affrontato apertamente la tematica. Ha fatto scalpore il caso della supermodella Bianca Balti che ha dichiarato di aver congelato gli ovuli per poter diventare di nuovo madre in futuro, senza dover per forza avere un uomo accanto. Dello stesso parere anche Emily Ratajkowski che ha fatto ricorso al trattamento. Le attrici Matilde Gioli e Sienna Miller hanno promosso la pratica, e la venticinquenne Ludovica Coscione ha invitato le sue coetanee a ricorrervi: «Un gesto concreto e femminista», l’ha definito.

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