4 Febbraio 2025
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Cronaca, Economia

Metamorfosi imprenditoriale al Sud

24.01.2025

Il Lazio registra l’incremento di nuove imprese più alto con l’1,63%. Seguono Lombardia e Campania, la quale si conferma prima regione del Sud per saldo attivo. Tre i macrosettori in cui si concentra oltre l’80% della crescita annuale in tutta Italia. Dati e analisi.

Al Sud c’è una voglia matta di fare impresa. Al bando ogni genere di stereotipi, ecco che l’anagrafe delle imprese italiane disegna un quadro diametralmente opposto alla convinzione che nelle aree del meridione ci sia poca iniziativa a creare attività che possano garantire reddito e occupazione. Sulla base dei dati di Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio, nelle regioni del Mezzogiorno si registra un saldo positivo di 13.684 imprese, a fronte di 100.715 nuove iscrizioni e 87.031 cessazioni. Al Sud sono presenti oltre 2 milioni di imprese sul totale di 5 milioni 876mila che risultano nel Paese al 31 dicembre 2024.

Il tasso di crescita è stato pari allo 0,67%, resta superiore a quello della media nazionale dello 0,62%, quasi quanto il Nord Ovest (0,69%), ma ancora lontano dal Centro Italia che viaggia con un +0,80%, anche se un po’ ovunque c’è un rallentamento. La denatalità delle imprese resta marcata al Nord est, il cui tasso di crescita è passato dallo 0,47% allo 0,23%.

A livello regionale, il Lazio registra l’incremento percentuale più alto (1,63%) di nuove imprese. Seguono la Lombardia (1,12%) e la Campania (1,02%) prima regione del Sud per saldo attivo. Il tasso di crescita positivo ha riguardato tutte le regioni del Mezzogiorno, ad eccezione di Abruzzo e Molise. Nel Centro Nord indici negativi solo in Umbria, Marche e Piemonte. A livello provinciale, invece, a cresce di più sono Milano (2,02%), Rieti (+1,87%, ma in realtà si tratta di aperture contenute in poche centinaia di imprese), Roma (1,80%) e Napoli (1,58%). Tra le prime dieci province figurano Sassari, Bari e Brindisi.

Nell’intero Paese, il tasso positivo è pari a 36.856 imprese. Oltre l’80% della crescita annuale (29mila imprese) si concentra in soli tre macrosettori: attività professionali scientifiche e tecniche (+10.845 imprese, pari ad un tasso di crescita del 4,40% su base annua); costruzioni (10.636 imprese in più, corrispondenti ad una crescita dell’1,27%); alloggio e ristorazione (+8.125, pari a +1,78%). Si riduce, invece, la spinta nel commercio (10.129 imprese in meno, pari a -0,72% contro il -0,60% del 2023), nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-7.457, pari a -1,06%, in linea con l’anno precedente) e nelle attività manifatturiere (-4.137, pari a -0,81% contro -0,56% del 2023). Settori cardine dell’economia nazionale, che registrano una flessione alla vocazione imprenditoriale. Fenomeno oggetto di riflessione da parte di Unioncamere, il cui presidente Andrea Prete invita a valutarne ed approfondirne le cause.

 

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