16.05.2023
E’ emerso nell’ultimo round del Think tank Urban Mobility Council
Roma, 16 mag. (askanews) – Non solo il corretto rilevamento della dinamica di un incidente stradale a fini assicurativi: le scatole nere, quei piccoli dispositivi dotati di Gps installati sulle auto assieme all’assicurazione Rc, possono svolgere anche un ruolo nella sicurezza pubblica e persino aiutare nella definizione di politiche ambientali atte a limitare le emissioni climalteranti. Se ne è parlato nel corso della tavola rotonda “Mobilità, sicurezza stradale, infrastrutture e ambiente. L’economia dei dati a servizio dell’individuo e della collettività”, organizzato dal Think Tank The Urban Mobility Council, promosso dal Gruppo Unipol, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati.
Le scatole nere, è emerso nell’incontro, è un primato tecnologico italiano al servizio della collettività e dell’ambiente. “L’Italia – ha sottolineato in questo senso Enrico San Pietro, Insurance General Manager di UnipolSai – è il Paese europeo maggiormente all’avanguardia per la diffusione delle scatole nere”, si tratta di “un’eccellenza tecnologica che abilita l’offerta di servizi innovativi e che potenzialmente può generare importanti vantaggi per la collettività”.
Infatti, ha spiegato Sergio Savaresi, Direttore del Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, “le moderne tecnologie telematiche consentono di passare dal concetto di Black Box a quello di Green Box, ossia un nuovo strumento per definire e classificare l’impatto ambientale di ciascun veicolo, superando il tradizionale concetto di appartenenza alla classe Euro. E’ un approccio innovativo che consente alle amministrazioni pubbliche di pianificare politiche efficaci per la gestione del traffico veicolare e limitare l’inquinamento”. In sostanza, attraverso i dati delle scatole nere, le amministrazioni pubbliche potrebbero passare da politiche basate sui dati medi, come quelli sulla quantità di emissioni rilasciate da un certo tipo di motore, a politiche basate sui dati effettivi del singolo veicolo. Una rivoluzione, in particolare nella gestione degli accessi ai centri urbani, perché sarebbe basata non solo sull’auto che si possiede, ma sui km che si percorrono, sul suolo che si occupa, sullo stile di guida.
Secondo Mario Nobile, Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, grazie alla tecnologia raggiunta in questo settore, i tempi sono ormai maturi per “un nuovo paradigma che renda efficiente e sostenibile l’utilizzo dei mezzi di trasporto, attraverso soluzioni che permettano la gestione dell’ecosistema mobility. L’approccio deve essere olistico e non solo data driven, basato sulle informazioni ricavabili dall’enorme mole di dati che vengono raccolti all’interno dei digital ecosystem dell’ambiente urbano. In quest’ottica, AgID sta guidando il mercato dell’innovazione verso la realizzazione di soluzioni che potranno rappresentare la risposta più coerente al bisogno di un Sistema Paese realmente sostenibile”.
Secondo Stefano Genovese, coordinatore del Think Tank The Urban Mobility Council, che ha moderato l’incontro, “le opportunità generate dall’economia dei dati hanno aperto nuove prospettive nell’ambito della mobilità con benefici indiscutibili per i singoli e la collettività. Solo un approccio decisionale non ideologico, ma basato sull’analisi oggettiva dei dati potrà consentire, tanto ai decisori pubblici nazionali e locali quanto ai privati cittadini, di fare le scelte più efficienti ed economiche per adottare una transizione nella mobilità che sia a misura di ciascuno e, proprio per questo, accettata da tutti”.
Fabio Sbianchi, presidente di Octo Telematics, l’azienda che ha sviluppato il sistema delle scatole nere, ha sottolineato con orgoglio come questa sia “un’industria che abbiano creato noi italiani. Dietro di noi sono venute centinaia di aziende di tutto il mondo”, per questo, ha aggiunto, è importante salvaguardarne il know how e gli investimenti fatti.
Sono intervenuti all’incontro anche Federico Cafiero De Raho e Davide Bellomo, rispettivamente vicepresidente e membro della commissione Giustizia della Camera; Alberto Luigi Gusmeroli e Paola De Micheli, rispettivamente presidente e vicepresidente della commissione Attività produttive della Camera, e il senatore Gianluca Cantalamessa, della commissione Industria.