18.05.2024
Scenario geopolitico preoccupante. Grecia, Austria, Finlandia, Svezia, Danimarca e Lettonia l’hanno già introdotta. La Germania sta valutando 3 possibilità. L’Italia è divisa. La nuova procedura valuta di escludere la distinzione di genere. Il ministro della difesa Guido Crosetto frena sull’entusiasmo del Vicepremier Matteo Salvini.
Hanno dormito sonni profondi gli scenari di guerra nel nostro continente, scenari che dallo sconfino delle forze armate russe in Crimea nel 2014 hanno iniziato a ridestarsi, per poi diventare completamente coscienti nel 2022, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E adesso i Paesi europei – Italia compresa – stanno discutendo sulla reintroduzione della leva militare obbligatoria. E, sebbene non si possa parlare (ancora) dell’entrata in gioco del dilemma della sicurezza, fatto sta che il conflitto alle porte orientali dell’Europa ha portato gli Stati membri a interrogarsi sulle prospettive future delle forze armate.
In alcuni Paesi, però, la naja è già presente: è il caso, per esempio, di Grecia, Austria, Finlandia, Svezia, Danimarca e Lettonia. Quest’ultima, in particolare, ha riportato in auge il servizio di leva obbligatorio soltanto nel 2023 dopo averla abolita nel 2007. In particolare, è rivolta a tutti i maschi tra i 18 e i 27 anni e ha la durata di 11 mesi, mentre per le donne è su base volontaria: un passo, questo, motivato dalla necessità di rafforzare le difese contro la minaccia rappresentata dalla Russia, con cui lo Stato condivide 217 chilometri di confine.
E adesso anche Italia e Germania stanno pensando di reintrodurla. In particolare, in Germania il Ministro della Difesa Boris Pistorius sta considerando 3 opzioni per rafforzare l’esercito tedesco con l’aiuto di volontari: la prima opzione prevede l’invio di materiale informativo ai diciottenni, mettendoli a conoscenza di questa possibilità; la seconda contempla invece il reclutamento dei maschi, mentre per le femmine rimarrebbe su base volontaria. Infine, una terza possibilità è quella di reclutare tutti i diciottenni senza distinzione di genere.
In Italia le idee sono più confuse: da una parte il leader della Lega, Matteo Salvini, vorrebbe una mini naja di 6 mesi obbligatoria per ragazze e ragazzi, reputandola un ottimo strumento di crescita per i giovani; dall’altra il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che tira il freno alla proposta del Vicepremier, ritenendo che le forze armate necessitino di professionalità per difendere le istituzioni e la pace e che non siano un luogo per educare i giovani. Sulla stessa lunghezza d’onda di Salvini anche l’assessora veneta Elena Donazzan, di Fratelli d’Italia come Crosetto, mentre a opporsi ci sono per esempio Maurizio Lupi di Noi Moderati e la leader del PD Elly Schlein. Insomma, per ora la politica è divisa, e il rischio che a prendere il sopravvento sia una mentalità paternalistica che vede nella leva uno strumento per “raddrizzare” i suoi giovani c’è. L’auspicio, però, è che se ne discuta seriamente, lasciando da parte i sentimenti da padre-padrone e lasciando invece spazio a una riflessione più profonda sulle implicazioni dell’attuale scenario geopolitico.