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Memoria

Nelson Mandela, il tessuto dell’identità di pace

15.12.2023

Washington DC. USA, 5 ottobre 1994. Il presidente William Jefferson Clinton ospita il presidente sudafricano Nelson Mandela alla Casa Bianca.

Il 15 dicembre 2013 è la data in cui il mondo ha salutato un uomo di pace di cui avremmo bisogna oggi e probabilmente sempre. Una figura che purtroppo molti dei nostri giovani non sanno essere esistita davvero. Per lui «la memoria è di fondamentale importanza. È il tessuto dell’identità».

Si ricorda un po’ in tutto il mondo Nelson Mandela il 5 dicembre, data del decesso avvenuto nel 2013 nella sua casa di Johannesburg, all’età di 95 anni. All’epoca, ai suoi funerali, parteciparono oltre 4.500 persone e, per dieci giorni, furono organizzate manifestazioni commosse in tutto il suo Stato. Se si chiede per strada però, soprattutto ai giovani, c–hi era Nelson Mandela, non sempre – lo dice uno studio recente internazionale – si riceve una risposta corretta: la maggior parte degli interpellati tra i 15 e i 17 anni risponde “era un calciatore” o altro.

Dinanzi a una ignoranza in aumento, molti sono gli avvenimenti nel 2023 quali workshop, seminari, incontri di lettura aperti al pubblico e nelle scuole per non dimenticare il suo operato. Soprannominato Madiba dal clan di origine, Mandela si laureò in giurisprudenza, a 22 anni trovò lavoro come guardiano alle Crown Mines di Johannesburg. Mossi dall’umiliazione e dalle sofferenze della loro gente, e offesi dalle leggi sempre più ingiuste e intollerabili, nel 1944, Nelson Mandela, Walter Sisulu e Oliver Tambo insieme ad altri costituirono la Lega Giovanile dell’ANC (African National Congress), di cui Mandela divenne presidente nel 1950. Con Tambo avviò il primo studio legale per i neri.

Si dedicò a una campagna non violenta di disobbedienza civile, aiutando a organizzare scioperi, marce di protesta e manifestazioni contro le leggi discriminatorie. Mandela fu arrestato per la prima volta nel 1952. Il 12 giugno 1964 fu condannato all’ergastolo e rimase in carcere per 27 anni. Dal 1991 presidente dell’ANC iniziò lunghi negoziati con il governo per la democratizzazione del paese. Alle prime elezioni libere della storia del Sudafrica, nel maggio 1994, fu eletto primo Presidente nero del Sudafrica. La sua presidenza si fondò su tre punti chiave: la riconciliazione nazionale, la lotta alla povertà e il rilancio internazionale del nuovo Sudafrica integrato. A questi temi, alla lotta per la libertà e alla ricerca dell’integrazione tra i popoli Mandela dedicherà tutta la sua vita, diventando un simbolo non solo per il Sudafrica, ma per il mondo intero di libertà e di lotta al razzismo. Gli eventi del 2023 per ricordarlo, però, non sono scevri da critiche. Ad esempio, per alcune mancate riforme sociali e per il suo aver sottovalutato il problema del dilagare dell’AIDS.

Nelson Mandela nacque il 18 luglio 1918 nella famiglia dei Thembu, una tribù di etnia Xhosa che viveva in una fertile valle del Capo Orientale in Sudafrica. Pochi ricordano che il suo nome in lingua Xhosa, Rolihlahla, ha un significato particolare: “attaccabrighe”.
La Fondazione che porta il suo nome, fondata nel 1999 quando Nelson Mandela si dimise dalla carica di Presidente del Sudafrica, raccoglie archivi, foto e video dei suoi discorsi proprio per non dimenticare. Perché, come diceva Mandela: «Nella vita di ogni individuo, famiglia, comunità o società, la memoria è di fondamentale importanza. È il tessuto dell’identità».

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