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Niente su di noi senza di noi

03.09.2024

Le persone sorde finalmente incluse dai processi di sviluppo delle tecnologie di traduzione automatica. La metodologia innovativa che combina performance teatrali ispirate alle opere di Shakespeare con l’intelligenza artificiale sarà il nuovo approccio che coinvolge attivamente le comunità sorde nella co-creazione dell’app della lingua dei segni.

In un mondo in cui la tecnologia avanza a ritmo sostenuto, è essenziale che l’innovazione sia accessibile e inclusiva per tutti. Un esempio è rappresentato dallo sviluppo di una applicazione per la traduzione automatica della lingua dei segni, basata sulla co-creazione con le comunità sorde. Questo progetto, che unisce teatro, intelligenza artificiale e partecipazione attiva delle persone sorde, segna una svolta nel modo in cui la tecnologia viene concepita e sviluppata.

In molteplici occasioni, le persone sorde sono state escluse dai processi di sviluppo delle tecnologie di traduzione automatica. Shaun O’Boyle, Research Fellow presso la School of Inclusive and Special Education della Dublin City University, spiega che questo ha spesso portato a resistenze e rifiuti da parte delle comunità sorde. «Progetti ideati senza l’input degli utenti finali hanno generato tecnologie inutilizzabili, con un grande spreco di risorse», afferma O’Boyle. In risposta a questa situazione, il progetto europeo SignON ha adottato un nuovo approccio, coinvolgendo attivamente le comunità sorde nella co-creazione dell’app per la traduzione automatica della lingua dei segni. Il progetto ha integrato una metodologia innovativa che combina performance teatrali e intelligenza artificiale. Durante un evento intitolato All the World’s a Screen, tenutosi durante la Science Week di Dublino, il pubblico ha assistito a una rappresentazione in lingua dei segni di opere di William Shakespeare. Gli attori sordi Lianne Quigley e Alvean Jones, anche co-autori della ricerca, hanno interpretato i testi di Shakespeare, offrendo una prospettiva unica attraverso la quale il pubblico poteva sperimentare la traduzione automatica della lingua dei segni.

Oltre alla performance, il pubblico ha partecipato a una discussione interattiva, che ha trasformato la dinamica tradizionale tra udenti e non udenti. Per le persone sorde, vedere la rappresentazione nella propria lingua è stato fondamentale, mentre per gli udenti un interprete ha garantito la comprensione dei contenuti. L’aspetto più innovativo è stato l’utilizzo dell’IA come “co-spettatore“: le persone presenti in sala potevano accedere a strumenti di analisi in tempo reale dei movimenti degli interpreti e alla trascrizione automatica in inglese.

Secondo Davy Van Landuyt, Project Manager presso l’Unione Europea dei Sordi, «questo approccio ha permesso di raccogliere feedback immediati, utili per perfezionare la tecnologia». Ma non si tratta solo di tecnologia. La co-creazione con le comunità sorde permette di evitare errori passati, dove le tecnologie venivano progettate senza un reale coinvolgimento degli utenti finali. Il progetto SignON dimostra quanto un autentico coinvolgimento delle comunità sorde sia essenziale per sviluppare tecnologie utili e accettate. «Non possiamo fermare l’evoluzione tecnologica, ma possiamo assicurarci che le persone sorde siano in grado di decidere per sé stesse», conclude Van Landuyt, sottolineando l’importanza del motto “Niente su di noi senza di noi“. Questo approccio non solo migliora la qualità delle tecnologie sviluppate, ma rappresenta anche un passo avanti verso una società più inclusiva ed equa.

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